In Prima TV su Studio Universal il documentario “Orry Kelly: Tutte le donne che ho (s)vestito”
In concomitanza con la Milano Fashion Week (23 febbraio – 1 marzo), Studio Universal (Mediaset Premium DT) ha presentato in Prima TV, lunedì 29 Febbraio alle 23.20: “Orry Kelly: Tutte le donne che ho (s)vestito” (2015) di Gillian Armstrong, un documentario che celebra la vita e la carriera di uno dei più grandi costumisti di Hollywood: Orry-Kelly. Australiano naturalizzato statunitense nel 1934, non solo vestì dive del calibro di Bette Davis, Ingrid Bergman e Marilyn Monroe, ma, conquistò anche il cuore di un vero idolo delle folle come Cary Grant. Una relazione tempestosa durante la quale i due divisero tra l’altro un appartamento a Hollywood. www.womenhesundressed.com
Orry-Kelly nasce il 31 dicembre 1897 da Florence Kelly e William Kelly, sarto e grande bevitore. La madre lo introduce al teatro all’età di sette anni, portandolo nella grande città, a Sydney, a vedere una produzione di Dick Whittington. Orry stesso ha detto una volta che al calare del sipario sua madre dovette trascinarlo via dalla sedia di velluto rosso. All’età di diciassette anni, con l’aiuto dei genitori, Orry si trasferisce a Sydney dove termina gli studi e poi inizia a lavorare per una banca – così da frequentare “una classe più elegante”, come gli diceva sua madre. Quando lasciò Kiama, William Kelly, che all’epoca aveva smesso di bere, regalò a Orry un garofano rosa che aveva coltivato personalmente, chiamando la varietà The Orry.
Siamo a Sydney, nel 1918, e Orry si stufa sempre più della banca e delle persone che ci lavorano. La guerra è finita e la gente festeggia. L’atmosfera a Sydney è fuori controllo – cocaina, orge, sale d’oppio, uomini colti in atti irripetibili. Orry vuole unirsi ai divertimenti, è naturalmente attratto dal mondo del teatro e partecipa a dei casting, finché non ottiene un ruolo in un varietà licenzioso di Stiffy and Moe. Orry scopre il suo nuovo mondo, diviso tra la parte elegante della città, con le annoiate e ricche vedove e mogli felici di pagare personaggi del teatro per avere compagnia, e l’affascinante vita parallela di Woolloomooloo, con le signore della notte, gli speak-easy e l’uomo irresistibile dai contatti criminali e gli occhi delle star del cinema Wallace Reid. Il tutto serve a far sì che Orry entri in un rapporto lussurioso con il più noto borseggiatore di Sydney, GG (Gentleman George). Ma la storia è breve e Orry è già molto coinvolto, ha visto troppo del mondo criminale e deve fuggire dove nessuno lo conosce e può ricominciare da zero.
Nel 1922, Orry si imbarca sulla Sonora diretto a New York e il proibizionismo, passando per Honolulu, facendo coraggiosamente un salto nel vuoto per iniziare una nuova vita. Si ritrova a vivere in un hotel sulla 47 Strada, chiamata in modo azzeccato ‘Dream Street’ per tutti gli attori che vi abitano. Ha molti amici tra i perditempo e i banditi di Broadway, e dorme con Gracie Allen, George Burns e Jack Benny, tutti allegri ostentatori del proibizionismo. Anche qui Orry bazzica il teatro, ma i suoi giorni tra le fila di Broadway sono contati dopo che cade dal palco troppe volte, cercando di reggere una ragazza del corpo di ballo. Così passa a creare scialli dipinti a mano, almeno finché non vanno fuori moda.
Vista la popolarità dei suoi scialli, Orry aggiunge al repertorio cravatte dipinte a mano. In quel periodo l’acrobata Archie Leach, di una bellezza sconvolgente, entra nella vita di Orry. Archie non ha un soldo, un tetto, è lontano dalla sua casa a Bristol, in Inghilterra, ma ho già detto che era di una bellezza sconvolgente? Fu l’inizio di una relazione on/off basata sul “cameratismo”, Orry e Archie sono identici, entrambi lontanissimi da casa, Archie compra il merluzzo inglese e cucina fish and chips per alleviare la nostalgia di casa. Orry lascia che Archie tagli gli stencil per le cravatte mentre lui mette la vernice, così pagano l’affitto. Era l’era di Kelly-Leach, vissero assieme per nove anni a intermittenza.
Durante questo periodo Orry torna in Australia per il funerale del padre. Archie gli fa notare che aveva sempre un debole per le bionde mozzafiato, eppure nonostante ciò che dice è ancora lì quando Orry torna a New York. Archie vuole calcare il palcoscenico ed essere famoso. Usa il suo aspetto fuori dal comune facendosi pagare per fare l’accompagnatore delle ricche signore della città.
Gli spettacoli dei locali notturni di New York offrono a Orry l’opportunità di creare set, e le sue trasformazioni ottengono buone critiche. Allo Shubert Theatre inizia a vestire Ethel Barrymore e una certa Katherine Hepburn. Al teatro Shubert i costumi di Orry piacciono così tanto che lo promuovono a responsabile della manutenzione dei costumi di scena. Orry dice: “tutti gli uomini etero vogliono che il mio lavoro comprenda anche l’assicurarsi che le donne nude del Wintergarden si siano ricordate di rasarsi”.
Il 29 ottobre 1929 arriva il crollo della borsa, trenta miliardi di dollari bruciati in poche ore. Orry e Archie si uniscono al movimento degli speakeasy. Orry dipinge le pareti di un bar di Belle Livingstone, ex-showgirl e una delle donne più pericolose di New York. La sua parete di scimmie copulanti diventa celeberrima tra i giri loschi di New York. Orry propone di aprire uno speak-easy, una mossa che la malavita non digerisce bene. Orry e Archie devono lasciare la città, in fretta. Il teatro Shubert dà a Orry una stagione a St Louis e Archie lo raggiunge. Quando i gangster li scovano, decidono di non uccidere Orry perché aveva dipinto le scimmie. Ma gli lasciano tempo fino al tramonto per abbandonare la città e non tornare. Orry trova un passaggio fino a…
….Los Angeles…. gli anni 1930, l’avvento del cinema sonoro. Orry arriva con un braccio rotto, tagli ed escoriazioni. Non conosce nessuno, il suo lavoro di New York non gli permette di avere un accesso facilitato a Hollywood. Archie arriva in città poco dopo e fa un provino per la Paramount. Viene preso. Gli cambiano il nome in Cary Grant e lo propongono come il nuovo Clark Gable. Orry passa sei mesi senza un soldo e si intrufola nei cinema, inorridito dallo scintillio pacchiano e dai vestiti di paillettes che vede sul grande schermo. La signora Kelly dice a Orry di insistere, di arrivare al trailer di Joan Crawford che vieie vestita come una torta nuziale! Nel frattempo, Jack Warner della Warner Bros. Infrange tutte le regole facendo razzia alla Paramount rubandogli alcuni dei divi più grandi. Il problema di Jack ora è trovare un costumista che facesse felici le sue nuove star Kay Francis e Ruth Chatterton. E tramite il nuovo agente di Archie, i bozzetti di Orry arrivano sulle scrivanie di chi conta alla Warner Bros. Jack Warner decide di dargli un’opportunità. Il ragazzo di Kiama viene assunto per vestire le star del cinema. Chi lo avrebbe mai pensato.
Orry scrive alla madre. “Lo studio vuole che cambi il nome come ha fatto Archie, in qualcosa di più ‘parigino’. Ma gli ho detto che Kelly a me va più che bene, così hanno aggiunto un trattino! Quando avrò il mio primo film, potrai applaudirmi nei titoli di coda”.
Entro un anno tutti gli studio assumono stilisti full time. Ma Orry è diverso dai suoi contemporanei; fa scalpore con la semplicità. Segna il passo alla Warner Bros., con semplicità elegante e classe. Orry soleva dire: “Ripetete dopo di me. Nessuna delle mie attrici farà mai una scena d’amore con vestitini a fiori e stupide maniche a sbuffo”.
Orry scrive alla madre: “Faccio vestiti per sessanta film all’anno e senza grande aiuto. Per il rinnovo del contratto ti ho detto che renderò fiera l’Australia”. E così fece, Orry-Kelly il ragazzo del bush australiano fece braccio di ferro per sei settimane finché Jack Warner cedette e accettò di pagare Orry settecentocinquanta dollari a settimana.
Orry-Kelly prosegue la carriera diventando uno dei costumisti più pagati di Hollywood. Era sfrontato, audace, e rispettato da molte delle attrici più brave e splendenti di Hollywood. La sua lingua però rischiava di metterlo nei guai, dopotutto Orry era australiano, e la sua schiettezza non piaceva a tutti – in particolare ad alcuni dei manager più potenti degli studio abituati a gente che li osannava senza mai contraddirli. Per questo la strada di Orry a volte non era tanto spianata, ma nessuno poteva negarne il talento e a Hollywood il talento vinceva sempre.
Orry fu il Costumista di ben 285 film, disegnò abiti per star come Marilyn Monroe, Bette Davis, Humphrey Bogart, Rosalind Russell, Errol Flynn e moltissime altre celebrità del grande schermo. Tra i suoi film: A qualcuno piace caldo, Casablanca, Un americano a Parigi e Perdutamente tua. Orry-Kelly (Jack per gli amici) vinse tre Oscar® e venne nominato per un quarto. Orry fu a capo del reparto costumi della Warner Brothers durante il periodo più florido della storia del cinema americano, che diede forma alla ‘fabbrica dei sogni’ e fu di grande influenza sulla cultura di massa tramite i brevetti sui costumi e gli show radiofonici.
Era scandaloso, arguto, schietto, bevitore, e non celava la sua sessualità in un periodo in cui Hollywood era profondamente conservativa, ma sopravvisse in parte grazie alla protezione che veniva dalla sua amicizia con Jack e Ann Warner e la giornalista di costume Hedda Hopper – ma principalmente grazie al suo straordinario e impareggiabile talento.
Gillian Armstrong (Melbourne, 18 dicembre 1950) è una regista australiana.
Nata a Melbourne, Victoria, si laureò al Swinburne Technical College nel 1968 dove ebbe modo di studiare come costumista teatrale e regista cinematografica. Nel 1972 si iscrisse, ed in seguito si laureò, all’ Australian Film Television and Radio School. Tre anni più tardi diresse i suoi primi due cortometraggi: The Singer And The Dancer e Smokes and Lollies(1975). Il suo primo lungometraggio, La mia brillante carriera, un adattamento dell’omonimo romanzo di Miles Franklin, fu il primo film australiano ad essere diretto da una donna dopo 46 anni. Armstrong ricevette 6 Australian Film Awards nell’edizione del 1979, incluso quello per la miglior regia. Dopo il successo di La mia brillante carriera, Armstrong diresse il musical Starstruck (1981). Da allora la Armstrong si specializzò nel genere drammatico. Ottenne il suo maggior successo hollywoodiano nel 1994 con l’adattamento di Piccole donne, con Winona Ryder e Susan Sarandon, al quale seguirono i film Oscar e Lucinda (1997), Charlotte Gray (2001) e Houdini – L’ultimo mago (2007).
Credit: http://www.studiouniversal.it