E poi arriva il Leone che non t’aspetti. Contro ogni previsione il Leone d’Oro dell’82a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia è Father Mother Sister Brother di Jim Jarmush, che la giuria presieduta dal regista americano Alexander Payne ha messo al primo posto, davanti al film che tutti aspettavano di vedere premiato con il riconoscimento più importante, The Voice Of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania, che ha vinto comunque il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria. Il premio per la miglior regia è stato assegnato a The Smashing Machine di Benny Safdie; la migliore sceneggiatura è : À pied d’œuvre di Valérie Donzelli e la miglior attrice è Xin Zhilei per The Sun Rises on Us All di Cai Shangiun. Il bilancio per il cinema italiano è buono: Toni Servillo è il miglior attore per La grazia di Paolo Sorrentino, Gianfranco Rosi ha vinto il Premio Speciale della Giuria per Sotto le nuvole.
Il film premiato con il Leone d’Oro, Father Mother Sister Brother è un classico film alla maniera di Jim Jarmush, un film minimalista e intimista sulle relazioni familiari tra figli adulti e genitori che vivono lontano. “Un onore inatteso, Venezia celebra la diversità dei registi, l’arte è empatia” ha dichiarato il regista. Il film che ha commosso tutti, con tanto di 24 minuti di applausi alla proiezione ufficiale, The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Ania, ha vinto il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria. Per molti avrebbe dovuto essere il Leone d’Oro, anche come testimonianza del periodo che stiamo vivendo, ma torna da Venezia con un premio importante, per iniziare probabilmente la corsa agli Oscar. Mescolando realtà e finzione, racconta la storia di una bambina palestinese che, intrappolata in un’auto e con un telefonino in mano, implora di essere salvata, e di quelli che provano a farlo. Tutto è ricostruito con cinema di finzione, ma la voce della bambina è quella reale. “La sua voce continuerà a risuonare finché giustizia non sarà fatta” ha dichiarato la regista. La miglior regia è di Bennie Safdie per The Smashing Machine, uno di quei film che possono rilanciare la carriera di un attore: Dwyane Johnshon, “The Rock”, qui è come Mickey Rourke in The Wrestler, per un film che racconta una parabola simile, quella di un lottatore tra redenzione e fallimento. In tanti pensavano che il premio per il miglior attore lo avrebbe vinto lui.
Il miglior attore del Festival di Venezia è invece Toni Servillo per La grazia di Paolo Sorrentino, un premio che è la consacrazione a uno dei nostri migliori attori, e anche quello di un premiato sodalizio, quello con il regista napoletano. Nel suo nuovo film Servillo, che attraversa tutta la storia con un’interpretazione sobria e contenuta, è un presidente della Repubblica che riflette sulla concessione della grazia a due persone che l’hanno richiesta. È stata un’edizione importante per il cinema italiano. Gianfranco Rosi ha vinto il Premio Speciale della Giuria per Sotto le nuvole, un documentario su Napoli che ha provato a evitare tutti i luoghi comuni e i cliché, a partire dai colori, visto che Rosi ha scelto un’originale fotografia in bianco e nero. Quello di Rosi, che è stato tre anni a Napoli, è un girovagare senza meta che alla fine trova un senso e una direzione.
Il premio a Toni Servillo come miglior attore ha forse negato la Coppa Volpi a un’attrice italiana: speravamo in Valeria Bruni Tedeschi per Duse di Pietro Marcello e in Barbara Ronchi per Elisa di Leonardo Di Costanzo, due attrici che lo avrebbero meritato. Il premio è andato invece a è Xin Zhilei per The Sun Rises on Us All di Cai Shangiun. Un riconoscimento importante è andato anche a la regista francese Valérie Donzelli: il suo À pied d’œuvre ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura. È la storia di un uomo – un fotografo – che lascia il suo lavoro per diventare uno scrittore e tocca da vicino la povertà.
Rimangono senza premi molti degli autori e dei film più amati. A partire dal coreano Park Chan-wook, con No Other Choice, commedia nera che è anche un apologo sul mondo del lavoro di oggi, per arrivare a Kathryn Bigelow, che ha portato al Lido il suo A House Of Dynamite, ambientato in una war room durante una crisi nucleare, che ha evocato l’ansia che sta vivendo oggi il nostro mondo sull’orlo di una Terza Guerra Mondiale. Per molti di loro ci sarà probabilmente spazio nella stagione dei premi, tra gennaio e marzo del prossimo anno, tra Golden Globe e Oscar.
Ma, a proposito delle polemiche, che cosa ha detto Alexander Payne, il presidente della giuria? Ha spiegato che è stato davvero difficile paragonare film molto diversi tra loro e, non potendo dare ex aequo, si sono trovati in difficoltà: “Quella è la cosa ingiusta dell’essere a un festival, dover dire questo è meglio di quello. Non lo è”. Ha poi precisato “Come giuria apprezziamo in modo uguale entrambi quei film, ognuno per una ragione diversa. E auguriamo a entrambi quei film una vita lunga e importante, oltre a sperare che il sostegno dei premi dati stasera li aiuti, ognuno in modo diverso”.
Ecco i premi del concorso di Venezia 82:
Leone d’Oro per il Miglior Film: Father Mother Sister Brother, Jim Jarmusch
Leone d’Argento per la Miglior Regia: Benny Safdie, The Smashing Machine
Premio Osella per la Miglior Sceneggiatura: Valérie Donzelli e Gilles Marchand, À pied d’œuvre
Leone d’Argento Gran Premio della Giuria: The Voice of Hind Rajab, Kawthar ibn Haniyya
Premio Speciale della Giuria: Gianfranco Rosi, Sotto le nuvole
Coppa Volpi Miglior Attrice: Xin Zhilei, The Sun Rises on Us All
Coppa Volpi Miglior Attore: Toni Servillo, La Grazia
Premio Marcello Mastroianni Miglior Attore Emergente: Luna Welder, Silent Friend
Copertina: photo credits Andrea Avezzù – La Biennale di Venezia – Foto ASAC
di Maurizio Ermisino