Sarà uno dei film di Halloween, la notte delle streghe, Longlegs, l’horror di Osgood Perkins, presentato alla Festa del Cinema di Roma e in uscita proprio il 31 ottobre. È un film che arriva in Italia forte del grande successo americano. Un successo dovuto al fatto che sia un film di ottima fattura, ma soprattutto allo status di attore “cult” ormai tributato a Nicolas Cage, interprete che negli ultimi anni sta avendo un seguito davvero notevole. Longlegs è un horror che confina con il thriller e il procedural, con l’atmosfera di opere come Il silenzio degli innocenti e X-Files. Non è il solito horror, ma qualcosa di più sottile e inquietante.
L’inizio è in 4:3, il formato delle tv di una volta, ma dopo i titoli di testa, anch’essi vintage con caratteri neri su sfondo rosso, si arriva a una confezione elegante e contemporanea. In quelle immagini quadrate di tanti anni fa, il prologo del film, avevamo visto uno strano signore presentarsi al compleanno di una bambina, la piccola Lee Harker, con un regalo per lei. Dopo i titoli di testa, vediamo Lee cresciuta e diventata un’agente dell’FBI. È alle prese con un caso di omicidio plurimo, 30 famiglie uccise in 30 anni, tutte per mano del padre, più o meno nel giorno in cui la figlia compiva 14 anni. Quegli omicidi sono accompagnati da lettere scritte in codice, e firmate Longlegs.
Come detto, Longlegs si muove tra horror, thriller e procedural. L’orrore arriva soprattutto alla fine: per gran parte del film seguiamo le indagini dell’FBI. Il ritmo non è quello degli horror di oggi, tutti a base di jumpscare e momenti ad effetto. È un ritmo lento, assorto, meditabondo, che è quello di un detective che si ferma per ragionare e seguire le indagini. È un film che si segue con un senso costante di attesa e di tensione. Longlegs è un film più disturbante e inquietante che spaventoso.
Molto del clamore intorno al film è legato al nome di Nicolas Cage, come dicevamo. L’attore è in scena con la sua nota vena istrionica, quasi irriconoscibile per il trucco prostetico. I capelli ricci, biondi, slavati, lunghi sulle spalle, incorniciano un volto bianco, pallido, gonfio e imbolsito. Un aspetto inquietante e sinistro che la voce, stridula e zoppicante, poi potentissima, non fa che amplificare. È coperto dal trucco, Cage, ma la follia in quegli occhi riesce a trasmetterla benissimo.
Come il John Doe di Seven, Longlegs a un certo punto viene catturato, anche troppo facilmente. Ma il film non è affatto finito. Anzi, proprio come in quel film, il senso di pericolo e paura aumenta ulteriormente. E, come la Clarice Starling de Il silenzio degli innocenti, la nostra Lee Harper è coinvolta molto direttamente nella storia, Che si rivelerà dolorosa.
“È un po’ come una compilation di film horror” ha raccontato il regista. “Longlegs ha davvero un po’ di tutto quando si tratta delle aspettative sul genere. C’è un massacro con l’ascia. C’è un serial killer. C’è il diavolo. C’è l’FBI. Ci sono bambole inquietanti. Ci sono fienili inquietanti. Dentro c’è tutto, come in una sorta di milk shake”. Il regista ammette la fascinazione per Il silenzio degli innocenti, e dichiara di aver fatto di Lee Harker (che ha lo stesso cognome dell’eroina di Dracula di Bram Stoker) la sua Clarice Starling. Ma Maika Monroe, che la interpreta, deve molto anche alla Lisbeth Salander di Uomini che odiano le donne. Come lei, anche Lee è una persona che non è a suo agio in mezzo agli altri. E ha un unico modo di confrontarsi col mondo. Risolvere misteri.
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