I Was Made For Lovin’ You cantano i Kiss nella sequenza di apertura di The Fall Guy, il nuovo film di David Leitch con Ryan Gosling, al cinema dal 1 maggio. E l’hard rock degli anni Settanta e Ottanta è perfetto per gettarci in un film che il remake della serie omonima – lanciata in Italia con il titolo di Professione pericolo – che risale a quegli anni, e vedeva come protagonisti Lee Majors e Heather Thomas. Dove c’era Lee Majors oggi c’è Ryan Gosling, nel ruolo di Colt Seavers, stuntman che fa il cinema d’azione vecchio stile, quello fatto con le cadute, i salti, le botte e le esplosioni, quello prima dell’avvento dei computer dei green screen. In ogni puntata di Professione pericolo Colt Seavers, dopo essere stato sul set, si improvvisava detective e risolveva un caso. È quello che accade anche in The Fall Guy, film spassoso, pieno di citazioni, che mescola azione, comicità e commedia romantica in modo delizioso. E che riconferma il talento da istrione di Ryan Gosling.
Colt Seavers (Ryan Gosling) è uno stuntman. Il suo pane quotidiano sono esplosioni, sparatorie, incidenti automobilistici e cadute da altezze vertiginose. È esperto, lo sa fare, certo. Ma ogni volta rischia la vita per il nostro intrattenimento. Dopo essersi ripreso da un incidente che avrebbe potuto mettere fine alla sua carriera, si trova ad affrontare una nuova sfida: rintracciare una star del cinema scomparsa, Tom Ryder (Aaron Taylor-Johnson), svelare una cospirazione e cercare di riconquistare l’amore della sua vita, Jody (Emily Blunt), aiuto regista destinata a diventare una regista di successo. Il tutto continuando a svolgere il suo lavoro quotidiano.
Di quell’ingenua serie – anzi telefilm, perché li chiamavamo così – di una volta, Professione pericolo rimane poco, giusto lo spunto (e una sorpresa che arriva dopo i titoli di coda…) e il lavoro del protagonista. The Fall Guy è un film ricchissimo d’azione, di colori, di citazioni: è il risultato di una scrittura e di un lavoro attoriale attento. È cinema nel cinema, e la cosa ogni volta ci piace molto. Ogni scena di The Fall Guy è un cortocircuito. Pensate al momento in cui, con lo stesso costume di scena e lo stesso colore di capelli, sono insieme nella stessa inquadratura Tom Ryder e Colt Seavers, cioè Aaron Taylor-Johnson e Ryan Gosling: il primo è la star, il secondo lo stuntman, la sua controfigura, lo sconosciuto. Eppure sorridi, perché sono entrambi famosi, anzi Gosling è più famoso di quello che dovrebbe essere la star. Ecco, The Fall Guy è pieno di giochi di questo tipo.
Ryan Gosling, ancora una volta, è iconico. Ha la barba corta e ben curata, i capelli sono castani con delle meches bionde. Il fisico lo lasciamo giudicare a voi, ma è chiaro che è pensato per essere quello di uno stuntman. È un Ryan Gosling all’ennesima potenza, gigione, divertito e divertente. La sua recitazione è sopra le righe, ma meno caricaturale rispetto al Ken di Barbie. Ma è tutto il film ad essere così: esagerato, larger than life, farsesco, ma allo stesso tempo credibile. È un film fracassone, ma intelligente e romantico. È una sorta di Notting Hill che incontra Professione pericolo (il film del 1970 con Peter O’Toole). E, a proposito di Barbie, i due protagonisti sono un segnale concreto che il Barbenheimer della scorsa estate è reale ed esiste ancora: Ryan Gosling è stato Ken, Emily Blunt la moglie di Oppenheimer. E ora sono insieme nello stesso film.
The Fall Guy è pieno di momenti cult. Come il dialogo tra Jody e Colt, innamorati delusi, fatto davanti a tutti, con i megafoni che si usano sul set, e i commenti delle altre comparse. O quello in cui Jody chiama Colt per un consiglio sullo split screen – e lui crede che voglia parlare della loro storia – e la scena è montata in split screen, con i due che in qualche modo si muovono a specchio, come se fossero uno di fronte all’altro. Sono finezze da non dare per scontate in quello che è a tutti gli effetti un blockbuster.
Girate in split screen o meno, declamate al megafono o a un walkie-talkie su un set, le schermaglie amorose tra i due protagonisti vengono dai film della Guerra dei Sessi anni Quaranta, ovviamente rivedute e corrette nel migliore dei modi e condite dall’hard rock (oltre ai Kiss si sentono gli Ac/Dc) anni Settanta-Ottanta, che è perfettamente coerente, non solo per l’azione, ma anche perché quelli erano gli anni in cui il rock era ancora, e veramente, qualcosa di pericoloso.
The Fall Guy è, ovviamente un perfetto gioco metacinematografico in grado di soddisfare, a un altro livello, chi ama il cinema, con un gioco di citazioni piuttosto esplicite, tra dialoghi e scene. Così il film gioca con Dune, Memento, Miami Vice, Kill Bill, con gli horror di Naomi Watts, Notting Hill e Pretty Woman, Il fuggitivo, The Bourne Identity, Thelma & Louise. Ma anche Due vite in gioco, citata attraverso la canzone Against All Odds di Phil Collins, con la voce dell’ex Genesis che si alterna, nel montaggio, alla voce di Emily Blunt che la canta al karaoke, mentre il Colt Seavers di Ryan Gosling è impegnato in una lunga scena d’azione.
Sì, The Fall Guy vuole essere un gigantesco film di stunt, fatto di spettacolari scene d’azione girate dal vero, alla vecchia maniera, con le controfigure (a volte sono girate dallo stesso Gosling, a volte, ovviamente, con un body double: le vedrete sui titoli di coda). Scene volutamente eccessive, insistite, per dare agli stuntmen quello che è degli stuntmen: un ruolo che è fondamentale per la riuscita di un certo tipo di film. Il regista David Leitch, d’altra parte, è stato per anni uno stuntman, e ha fatto la controfigura di Brad Pitt. Che poi anche qui c’è un cortocircuito, perché guardi un attore che impersona uno stuntman per delle scene d’azione, e nel frattempo pensi che, in alcuni casi, ci sarà una controfigura a fare quelle scene. The Fall Guy, storia d’amore e d’azione, vuole essere anche una rivincita del film fisico, del vecchio glorioso cinema d’azione fatto con gli stunt, le botte, le auto fracassate e le esplosioni, contro il cinema di oggi fatto con gli effetti digitali.
A proposito di grande cinema, guardate quel sottofinale molto allusivo, in cui i nostri due innamorati cadono su un gigantesco airbag, un materasso per le cadute che, con i due sopra, diventa un gigantesco letto matrimoniale foriero di promesse, mentre intorno accadono esplosioni di ogni tipo. Sarebbe piaciuto all’Hitchcock più malizioso di Intrigo Internazionale e Caccia al ladro. Ricordate il treno che si infilava in galleria e i fuochi d’artificio che esplodevano al bacio tra Cary Grant e Grace Kelly?
di Maurizio Ermisino per DailyMood.it
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