Accolto da sentiti applausi in proiezione stampa e da una standing ovation di dieci minuti alla premiere ufficiale con il pubblico, Bones and All di Luca Guadagnino non ha disatteso le alte aspettative della vigilia. Tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice statunitense Camille DeAngelis, il film, in concorso a Venezia 79, vede protagonisti Taylor Russell e Timothée Chalamet ed è un atipico teen horror dove si intrecciano amore e cannibalismo. Un racconto forte e cruento quanto dolce e delicato, che si muove per il territorio statunitense seguendo gli schemi del road movie classico. “Quando ero ragazzino e sognavo di fare cinema, sono stato molto influenzato dall’immaginario del cinema americano che mi ha proprio formato”, ha dichiarato Guadagnino. Che nonostante sia già una presenza stabile nell’industria cinematografica statunitense, è la prima volta che gira un film negli States: “L’occasione è arrivata in maniera imprevista quando Dave Kajganich, che aveva già scritto per me A Bigger Splash e Suspiria mi ha fatto leggere il copione di Bones and All. E’ stato inevitabile per me vedere nella storia di questi drifters e di queste identità alla ricerca del possibile nell’impossibile un qualcosa che mi attraeva profondamente. E’ stato un lavoro di squadra, con quella famiglia che è rappresentata ormai dalle persone con cui lavoro da anni. È questo che mi dà piacere, il lavoro profondamente collettivo. È un privilegio“.
Con il regista, ovviamente sono arrivati a Venezia anche i due protagonisti e, soprattutto per Chalamet, l’entusiasmo dei fan è salito alle stelle. L’attore, lanciato proprio da Guadagnino con Chiamami con il tuo nome ed ora indiscusso divo internazionale, non ha perso l’occasione per ringraziare il suo “mentore” artistico: “è stato quasi un padre con me, una guida, gli devo tutto. Morivo dalla voglia di lavorare di nuovo con lui e mi ha offerto un’altra storia dalle solide fondamenta, su persone completamente emarginate“.
Ed è questo, dietro la storia a tinte horror, il tema centrale del film: l’emarginazione, l’isolamento, la marginalizzazione, un aspetto che per l’attore ci riporta direttamente alla società dei nostri giorni, nonostante il film sia ambientato negli anni Ottanta. “Credo che tutti durante la pandemia abbiamo provato un isolamento sociale profondo e essendo da soli abbiamo avuto bisogno di contatti per comprendere chi siamo. La storia di Maren e Lee, soprattutto di Maren, con un lavoro fantastico di Taylor, racconta di giovani isolati in maniera assoluta e senza identità, che raccolgono informazioni su chi sono attraverso lo specchio dell’amore e degli sguardi scambiati. Bones and All è stata un’esperienza davvero formativa“.
Timothée Chalamet ha poi concluso: “il collasso della società è nell’aria, se ne senta proprio l’odore, e senza essere pretenzioso, ed è per questo che film come questo sono importanti, perché il ruolo dell’artista è quello di fare luce su ciò che sta accadendo“.
Bones and All dopo la première veneziana uscirà nelle sale statunitensi il 23 novembre 2022 grazie alla Metro-Goldwyn-Mayer negli Stati Uniti, mentre in Italia sarà distribuito da Vision Distribution.
di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it