Sembra davvero strano a dirsi, ma quella di qualche giorno fa è stata la prima volta assoluta di Julia Roberts a Venezia. La star di Hollywood è arrivata in Laguna per presentate After the Hunt: Dopo la caccia, fuori concorso. Il film è molto atteso per tanti motivi. Per la presenza dalla diva di Pretty Woman. Perché è diretto dal nostro autore più internazionale, Luca Guadagnino, ormai a suo agio a dirigere i grandi attori di Hollywood. E perché parla di un tema molto controverso, il #MeToo, e di tutte le sue distorsioni. Lo vedremo al cinema dal 16 ottobre, distribuito da Eagles Pictures.
After the Hunt: Dopo la caccia è un avvincente dramma psicologico scritto da Nora Garrett. Una professoressa universitaria (Julia Roberts) si trova in un momento cruciale della sua vita personale e professionale, quando una studentessa modello (Ayo Edebiri) muove delle accuse verso uno dei suoi colleghi (Andrew Garfield) e un oscuro segreto del suo passato rischia di venire alla luce.
“È un film provocatorio, audace, articolato e molto attuale, in termini di società, divisioni e posizioni estreme che possiamo assumere nei confronti di un’opinione” ha dichiarato Guadagnino. “È una storia non sul desiderio ma sul potere: cosa vogliamo e perché lo cerchiamo, perché lottiamo per toglierlo agli altri, cosa è giusto e cosa è sbagliato”. Guadagnino, che dice di essersi ispirato a certi film di Woody Allen tra il 1985 e il 1991, usa la musica come un vero e proprio elemento narrativo, sempre in primo piano, avvolgente e stordente. La colonna sonora è di Trent Reznor e Atticus Ross, cioè i Nine Inch Nails, che avevano costruito il suono degli altri film di Guadagnino, Bones And All, Challengers e Queer, ma anche di tutti i film di David Fincher, da The Social Network in poi. Nel film ascoltiamo anche la musica di John Adams.
Al Lido Julia Roberts ha sfoggiato il suo proverbiale sorriso, quello che, da Pretty Woman in poi, abbiamo iniziato ad amare ed è diventato un suo marchio di fabbrica. Ma nel film di Luca Guadagnino, per questioni di ruolo, non sorride mai. La diva di Hollywood sta vivendo una vera seconda giovinezza, una nuova fase della sua carriera. Ruoli inediti e mai scontati, come il thriller Il mondo dietro di te, girato per Netflix, una gioventù mai inseguita a colpi di ritocchi, come è capitato ad altre attrici, ma un volto decisamente ancora fresco ed estremamente credibile. Ha 57 anni, ma ne dimostra almeno dieci, forse 15 di meno. Non è più una ragazzina, ma porta benissimo i suoi anni. Il suo incontro con un regista come Luca Guadagnino, che in Queer aveva completamente reinventato un altro divo come Daniel Craig, è uno dei motivi per vedere il film.
After the Hunt: Dopo la caccia ha diviso la critica. “Alla fine ti chiedi se la colpa sia della regia (di Luca Guadagnino) o della sceneggiatura (di Nora Garrett), ma c’è qualcosa che non funziona in After the Hunt. Forse i temi affrontati sono troppi” ha scritto Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera. E aggiunge. “Guadagnino dirige come usa la musica, per stordire e disequilibrare le immagini piuttosto che per accompagnarle, sembra voler raffreddare i desideri che urgono sottopelle e portare in primo piano i discorsi e le regole che guidano i comportamenti, anche a costo di lasciare troppi punti di domanda e troppi dubbi senza risposte. Così alla fine ti trovi davanti a un mosaico con troppe tessere o troppo poche che finisce per respingere chi vorrebbe trovargli un senso”.
Non tutto funziona anche secondo Valentina Ariete di Movieplayer, ma il film ha comunque molti pregi. “Peccato che dei temi e delle idee così interessanti non siano approfonditi appieno dalla scrittura. Non tutto torna infatti nella sceneggiatura di Garrett, che in diversi punti sembra più un compito sui “danni del politicamente corretto”. A sopperire alle mancanze del testo ci sono però la regia di Guadagnino, sempre coinvolgente, la colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, e un cast eccellente. Julia Roberts è magnifica, impegnata in una trasformazione morale e fisica verso il degrado che ricorda quella di Cate Blanchett in Blue Jasmine (forse il film di Allen più citato qui). Ma non sono da meno anche le sue co-star: Garfield qui è ambiguo e inquietante, Stuhlbarg fa venire voglia di abbracciarlo mentre Edebiri (Sydney nella serie The Bear) si conferma come uno dei più grandi talenti della sua generazione. In ogni caso una visione da non perdere”.
Da non perdere. La chiave è proprio tutta qui. Perché, nel corso degli anni, Luca Guadagnino si è costruito questo titolo, quello del regista per cui ogni film è da non perdere, cioè un evento. Un’opera che si va a vedere in ogni caso perché è una pellicola d’Autore, e di quell’Autore. È questo che oggi è, nel mondo del cinema internazionale, Luca Guadagnino. Le immagini di After the Hunt sono magnetiche: i colori caldi e avvolgenti degli interni, certe sequenze illuminate di bianco, o le fluorescenze della notte, i dialoghi fitti, la colonna sonora incalzante. È un film di Luca Guadagnino.
di Maurizio Ermisino
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