E all’improvviso, dopo tanto tempo, arriva un film in 3D. Elio, il nuovo film della Pixar, arrivato quasi in sordina a differenza dei precedenti (pensiamo solo a un anno fa e al campione d’incassi Inside Out 2), esce dal 18 giugno al cinema dopo una lunga attesa. È un film che, dove possibile, sarà proiettato in stereoscopia, e sarà da vedere con gli occhialini che danno profondità alla visione. Dalla Disney arriva allora un film in 3D quando nessuno, o quasi, ci pensa più. Certo, c’è James Cameron con Avatar, ma quella è un’altra storia. Che sia un’idea per rilanciare un film per cui, stranamente, c’è poca hype? Eppure, ve lo diciamo subito, è un film da non sottovalutare. Al netto di qualche ingenuità, Elio è davvero un gran bel film.
Elio è un ragazzino particolare, di quelli che non socializza con gli altri bambini, ed è vittima di bullismo. Orfano di entrambi i genitori, vive con la zia, che è un ufficiale dell’esercito, e sembra perso in un mondo tutto suo: sogna di andare nello spazio e cerca di comunicare con gli alieni. Fino a che, un bel giorno, gli alieni arrivano davvero e lo portano con sé. Arrivato nel Comuniverso, viene creduto il capo della Terra e nominato ambasciatore. Avrà un bel da fare.
Contact, Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T. C’è un po’ tutto questo nella prima parte di Elio. Solo che il film inizia dove finivano gli altri, che si limitavano a raccontare l’incontro con gli alieni sul nostro pianeta. Elio ci porta di là, verso i pianeti che, da sempre, immaginiamo e sogniamo di raggiungere. La proverbiale fantasia Pixar si sforza di dare una forma visiva alla vita oltre il nostro pianeta. E immagina gli extraterrestri come creature dei nostri abissi: lamantini, molluschi, mante e cavallucci marini. Originale, ma fino a un certo punto. Le riunioni degli abitanti della galassia riprendono quelle del Senato di Star Wars. E, in fondo, il nostro Elio è un po’ un Flash Gordon in versione bambino, arrivato dalla Terra per mettere a posto le cose nell’universo, quando non riesce nemmeno a mettere a posto la sua vita.
Ma è quando entra in scena il cattivo che capiamo che un film, pensato ovviamente diversi anni fa, diventa improvvisamente attuale. Al centro c’è uno dei “signori della guerra” che oggi agitano il nostro mondo, che parla di armamenti e conquiste. “Preferiamo negoziare con grandissime urla” dice al piccolo Elio, con parole che dette nel film fanno sorridere ma che, se ci riflettiamo, suonano tremendamente attuali e inquietanti.
Elio, con una sorpresa che arriva a un certo punto del film, ci fa pensare a cosa sarebbero quei masters of war se, a un certo punto, togliessimo loro la corazza, le armi, l’alone di potenti. Ricordate quella favola in cui un bambino si accorgeva che il re era nudo? Ecco, immaginiamo i potenti di oggi senza i loro abiti grigi, senza i faccendieri attorno, senza, soprattutto, il loro eserciti e le loro armi. Forse sarebbero ridicoli anche loro
Pieno di citazioni, da Viaggio al centro della terra alla balena di Pinocchio, dal technopop de La storia infinita a La Cosa e Alien, ovviamente in versione dolce che più dolce non si può. Elio è un film su tante cose. Sulla guerra e la pace, sulla solitudine, sul sentirsi sbagliati e cercare il proprio posto nel mondo. È una lettera d’amore per i vecchi film di fantascienza e i vecchi film d’avventura per ragazzi.
A dare vita a Elio, con un processo che è durato 5 anni, ci sono il regista Adrian Molina e la produttrice Mary Alice Drumm, cioè i creatori di Coco, forse il film Pixar più bello degli ultimi anni. Ma, come co-regista, ci sono anche Domee Shi, che aveva lavorato a Red, interessante romanzo di formazione Pixar sull’identità e Madeline Sharafian. Le voci italiane sono di Alessandra Mastronardi, che è Olga Solìs, la zia di Elio, che in originale è di Zoe Saldana, Adriano Giannini, che è Lord Grigon, il cattivo della saga, Lucio Corsi, l’Ambasciatore Tegmen e Neri Marcorè, il divertente Manuale Universale dell’Utente. Sono altri ottimi motivi per vedere Elio al cinema.
di Maurizio Ermisino
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