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Ballerina: Così piccola, e fragile, così letale… Ana De Armas è il lato femminile di John Wick

Ballerina: Così piccola, e fragile, così letale… Ana De Armas è il lato femminile di John Wick

La musica inconfondibile de Il lago dei cigni di Tchaikovsky risuona, melanconica e dolente, da un carillon. È la musica che ci porta nel mondo di Ballerina, atteso spin-off della saga di John Wick, stavolta tutto al femminile, con protagonista Ana De Armas. Era un personaggio che abbiamo visto di sfuggita, in uno dei film della saga: era la ballerina tatuata che si addestrava per diventare un’assassina in John Wick 3 – Parabellum. Ora è tornata, in cerca di vendetta per la propria famiglia. Ballerina è diretto da Len Wiseman, noto per la saga di Underworld. L’azione al femminile è il suo terreno.

Ballerina è un film che vive dentro la saga di John Wick, che a sorpresa ha lanciato Keanu Reeves come puro eroe d’azione e che era arrivata finora a quattro film. C’è anche lui, cane sciolto e lupo solitario, eroe epico che tutti temono e tutti rispettano nell’universo criminale creato dal film. I capelli lunghi e neri, la barba nera, il vestito nero. L’espressione impassibile, eppure espressiva. È il trait d’union tra il suo mondo e il nuovo film. E ha un ruolo che è molto più di un cameo.

Ma la scena qui è tutta di Ana De Armas. Così piccola e fragile, all’apparenza, così tosta e combattiva, così letale. Con Ballerina l’attrice cubana entra a pieno diritto nel novero dell’eroine d’azione degli ultimi anni, Angelina Jolie, Milla Jovovich e le più recenti Scarlett Johansson e Florence Pugh di Black Widow. L’eroina d’azione l’aveva già fatta, in una tranche di film indimenticabile, nell’ultimo capitolo di James Bond, No Time To Die, in cui era un’agente segreta per caso, improvvisata, sorprendente, in grado di portare a compimento la sua missione dando sfoggio di arti marziali e divertimento. La differenza tra quell’eroina e questa era proprio qui: l’ironia.

In Ballerina, nonostante sia un film di intrattenimento puro e quindi molto divertente, si fa sul serio a livello di azione. Quanto a struttura, è quella di un videogame, uno sparatutto, anche se non “in prima persona” come quello di alcuni giochi. La protagonista deve portare a termine la sua missione, sterminare una famiglia criminale. E per farlo deve superare vari livelli ed eliminare tutto quello che le si para davanti. Ci divertiamo noi spettatori, ma per la protagonista è tutto molto, molto duro. A cominciare dai colpi che subisce.

Se la struttura è da videogame, i personaggi sullo schermo non sono però affatto di pixel. Ballerina non è uno di quei film dove i caratteri sono irreali, indistruttibili, astratti. Qui la durezza dei colpi, dei calci, dei pugni, il peso dei corpi che cadono a terra si sente tutto. E allora ecco in scena questa creatura apparentemente fragile in grado di resistere a ogni colpo e a ogni angheria. La vedi e pensi che al primo calcio nello stomaco si spezzerà in due. Invece resiste e si rialza. Piegata, ma non spezzata.

A dare un’anima che al personaggio è proprio Ana De Armas. È soprattutto in scena con il suo corpo. Ma ogni volta che il montaggio stacca sul viso possiamo vedere i suoi occhi, e sono davvero quelli di una bambina ferita, una bambina a cui hanno portato via il papà. Ancora una ragazzina, eppure una killer spietata. Su questo contrasto vive tutto il film. Che vive anche di grandi esplosioni: non ci sono solo combattimenti corpo e corpo e di spari, ma si combatte anche con un grande sfoggio di granate e lanciafiamme (guardate, in una delle scene più belle, cosa si inventa la protagonista per neutralizzarne uno). Ma si lotta con ogni cosa, anche con i piatti dentro una cucina (un’idea che veniva da un vecchio film di Hitchcock).

Il contrasto vive anche nel luogo scelto per lo scontro finale. È un paesino di montagna, silente e innevato, un posto che chiunque assocerebbe alle parole pace e tranquillità. In quel mondo ovattato, lontano da tutto, avviene una sequenza senza fine di spari e di esplosioni, di feriti e di morti. Anche questa è un’idea originale. Al centro c’è lei, Ana De Armas. Una nuova eroina d’azione è nata. E la vedremo ancora, nel mondo di John Wick e non solo.

di Maurizio Ermisino

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