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Oscar, 5 premi ad Anora di Sean Baker, 3 a The Brutalist di Brady Corbet: è la vittoria del cinema indipendente e del cinema vissuto in sala

Oscar, 5 premi ad Anora di Sean Baker, 3 a The Brutalist di Brady Corbet: è la vittoria del cinema indipendente e del cinema vissuto in sala

Che cosa vogliono dire i risultati dei premi Oscar, la cui serata di gala è andata in scena ieri notte a Los Angeles? Si dice che gli Academy Awards sono i riconoscimenti di un’industria che premia se stessa. Ed è in questo senso che vanno letti. Anora ha dominato la notte degli Oscar con 5 premi: miglior film, miglior regia per Sean Baker, migliore attrice per Mikey Madison, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio. Un vero trionfo, che era iniziato già a Cannes, dove Anora era tornato con la Palma d’Oro. The Brutalist ha vinto 3 Oscar (su 10 nomination): Adrien Brody come miglior attore protagonista e poi la miglior fotografia e la miglior colonna sonora. Brody vince il suo secondo Oscar, 22 anni dopo quello per Il Pianista. I premi a questi due film possono essere visti come un tutt’uno. Come un riconoscimento al coraggio e alla qualità del cinema indipendente: Sean Baker ha ringraziato Quentin Tarantino, colui che quel tipo di cinema lo ha lanciato, e che ieri sera lo ha premiato. Ma premiare due film come Anora e The Brutalist vuol dire anche premiare il cinema che va visto in sala. Quello che non viene prodotto dalle piattaforme e non è destinato a queste, almeno non subito. Brady Corbet, il regista di The Brutalist, si è speso molto in questo senso. E anche premiare il film che ha vinto a Cannes, un festival che più di ogni altro si è battuto per il cinema al cinema, può avere questo significato. È questo quello che traspare dalla premiazione degli Oscar. Anche l’omaggio dedicato a James Bond – e il Premio alla memoria Irving G. Thalberg andato a Michael G. Wilson e Barbara Broccoli, storici produttori della saga – proprio nei giorni in cui viene annunciato l’abbandono del controllo creativo della saga di 007 in favore degli Amazon MGM Studios, può voler dire questo. Un addio a un caposaldo del cinema in sala che, d’ora in poi, forse in sala ci passerà, ma sarà controllato sempre da un colosso dello streaming.

Gli sconfitti di questi Academy Awards sono molti. Su tutti c’è Emilia Pérez di Jacques Audiard, arrivato forte di 13 nomination, ma crollato nella considerazione per le polemiche su Audiard e gli stereotipi con cui avrebbe raffigurato i messicani e per i vecchi tweet dell’attrice protagonista. Il film ha vinto 2 Oscar, quello di Zoe Saldaña come miglior attrice non protagonista e quello di El Mal come miglior canzone. Sconfitta anche Demi Moore per The Substance, che era la favorita come miglior attrice protagonista ed è stata superata, come detto, dalla Mikey Madison di Anora). A The Substance è andato solo un premio “minore”, per il trucco. Ma Demi Moore, e anche regia e sceneggiatura meritavano di più.

C’è poi il cinema dei grandi valori e dei grandi messaggi che ha trionfato ad Hollywood. C’è il fortissimo messaggio ambientalista portato dal vincitore per il miglior film d’animazione, Flow – Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis, che ha sconfitto i grandi studi americani. In gara c’erano Inside Out 2, The Wild Robot e Wallace & Gromit: Vengeance Most Fowl, cioè Disney/Pixar, Dreamworks e Aardman. È il primo Oscar in assoluto per la Lettonia. Flow era candidato anche come miglior film internazionale, categoria nella quale ha vinto Io sono ancora qui, di Walter Salles, film brasiliano di grande impegno civile e politico. A proposito di messaggi, è fortissimo quello di No Other Land, Oscar come miglior documentario. Sul palco, il collettivo israelo-palestinese che ha girato e prodotto il film ha detto finalmente le cose come stanno riguardo a Gaza, prendendo le parti di entrambi i contendenti.

Dune – Parte Due e Wicked, un kolossal di fantascienza e un musical, sono stati i protagonisti dei premi tecnici. Wicked è stato premiato per la miglior scenografia e per i migliori costumi. Dune ha vinto per il miglior sonoro e per gli effetti visivi. Ma ci si chiede se il film non potesse avere di più. Un cineasta come Denis Villeneuve, uno dei deus ex machina, dei creatori di mondi, del cinema di oggi, non è stato neanche nominato tra migliori registi, e forse lo avrebbe meritato. È l’altro lato della medaglia: chi fa film dai grandi incassi non viene considerato a livello artistico. È quello che è successo a Christopher Nolan, che poi ha avuto la sua rivincita con Oppenheimer. Arriverà anche il momento di Villeneuve.

Tutti i premi Oscar 2025:

Miglior film
Anora di Sean Baker

Miglior regista
Sean Baker per Anora

Miglior attore
Adrien Brody per The Brutalist

Miglior attrice
Mikey Madison per Anora

Miglior attore non protagonista
Kieran Culkin per A Real Pain

Miglior attrice non protagonista
Zoe Saldana per Emilia Pérez

Miglior sceneggiatura originale
Sean Baker per Anora

Miglior sceneggiatura non originale
Peter Straughan per Conclave

Miglior film internazionale
Io sono ancora qui di Walter Salles

Miglior film d’animazione
Flow – Un mondo da salvare di Gints Zilbalodis

Miglior fotografia
Lol Crawley per The Brutalist

Miglior scenografia
Nathan Crowley (scenografia) e Lee Sandales (arredamento) per Wicked

Migliori costumi
Paul Tazewell per Wicked

Miglior trucco e acconciatura
Pierre-Oliver Persin, Stéphanie Guillon e Marilyne Scarselli per The Substance

Migliori effetti visivi
Paul Lambert, Stephen James, Rhys Salcombe e Gerd Nefzer per Dune – Parte due

Miglior montaggio
Sean Baker per Anora

Miglior sonoro
Gareth John, Richard King, Ron Bartlett e Doug Hemphill per Dune – Parte due

Miglior colonna sonora originale
Daniel Blumberg per The Brutalist

Miglior canzone originale
El mal (testo: Clément Ducol, Camille, Jacques Audiard – musica: Clément Ducol, Camille) per Emilia Pérez

Miglior documentario
No Other Land di Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor ed Hamdan Ballal

Miglior cortometraggio documentario
The Only Girl in the Orchestra – La storia di Orin O’Brien di Molly O’Brien

Miglior cortometraggio
I’m not a robot di Victoria Warmerdam

Miglior cortometraggio d’animazione
Dar sāye sarv, di Hossein Molayemi e Shirin Sohani

Premi speciali

Oscar onorario
Quincy Jones
Juliet Taylor

Premio umanitario Jean Hersholt
Richard Curtis

Premio alla memoria Irving G. Thalberg
Michael G. Wilson e Barbara Broccoli

di Maurizio Ermisino

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