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Bridget Jones – Un amore di ragazzo: All the love and all the pain, nel nuovo film ci sono l’amore e il dolore

Bridget Jones – Un amore di ragazzo: All the love and all the pain, nel nuovo film ci sono l’amore e il dolore

“Bambini, aria fresca e cioccolata. Mi sento Julie Andrews”. Lo dice un’amica di Bridget Jones, che non ha figli, nel momento in cui entra nella sua vita, perché Bridget Jones i bambini ce li ha. E sono due. Quella che ritroviamo è una Bridget Jones matura, adulta, e anche dolente. È molto diversa rispetto a quella che avevamo conosciuto ne Il Diario di Bridget Jones. Ed è assolutamente normale: sono passati più di vent’anni. Bridget Jones – Un amore di ragazzo (Bridget Jones – Mad About The Boy) racconta ancora una volta l’universo femminile. Ma stavolta racconta l’amore a cinquant’anni. Il quarto film della saga, prodotto dalla Working Title, vede Renée Zellweger tornare nei panni iconici dell’eroina della commedia britannica. Sarà al cinema con alcune anteprime il 14 febbraio, il giorno di San Valentino, e poi in tutte le sale dal 27 febbraio.

Bridget Jones è una mamma. Ha due figli. E anche da madre è scombinata come lo era da ragazza. Per un assurdo scherzo del destino è di nuovo single. E sente il bisogno di riprovarci, di riprendere il suo vecchio lavoro, quello di produttrice televisiva, e di provare a ritrovare l’amore. Ma come si fa? Come si conosce qualcuno su Tinder se non lo hai mai usato? Le relazioni sono solo virtuali o sono reali? Un giorno, al parco, mentre con i bambini è su un albero e non riesce a scendere, incontra un giovane guardaparco. Ha 29 anni, fa quel lavoro mentre studia biochimica. È attraente. È sveglio. E pare essere interessato a lei.

Bridget Jones – Un amore di ragazzo è una commedia brillante, ma diversa dalle altre della saga. È dolceamara, è più riflessiva, è più intensa. Ha tutto di quelle commedie perfettamente british, scritte benissimo, con dialoghi che sono perfetti meccanismi a orologeria: fanno ridere, fanno commuovere, fanno pensare. Battute scoppiettanti e silenzi, gag slapstick e momenti riflessivi. È un film in cui c’è dentro di tutto, all the love and all the pain, l’amore e il dolore. Per questo accelera e rallenta continuamente, ma con un ritmo che ci culla e ci porta dentro alla storia. È forse, tra i quattro film della saga, quello che insieme al primo ha più senso.

Al centro di tutto c’è ancora Renée Zellweger. Che non ha più bisogno di ingrassare dieci chili o più per entrare nel ruolo di questa adorabile ragazza inglese un po’ goffa e maldestra, ma irresistibile. Bridget Jones ormai è dentro di lei. Le basta un attimo per entrare nel ruolo, uno sguardo, un tic, un piccolo gesto del viso. Non le serve neanche ricorrere alla chirurgia estetica (nel film c’è anche un riferimento a questo, molto divertente) e a quel volto e quel fisico tirato che avevamo visto nella serie What If. Qui ha un volto più morbido, con qualche piccola ruga, che la rende molto espressiva. È tornata lei.

Ha quel modo unico di increspare le labbra, e anche quel modo tutto suo di ridere con gli occhi, stringendoli e facendoli diventare due fessure luminose, come certi volti dei fumetti. La vedi dare un bacio, e ti viene in mente la prima volta che l’hai vista, e la prima volta che l’hai vista baciare, in Jerry Maguire di Cameron Crowe, accanto a Tom Cruise. È sempre lei. Trent’anni sono passati. Ma in fondo non sono passati. La scena d’amore in cui lei e il suo innamorato si muovono in un letto tra giocattoli e strumenti musicali, tra imbarazzi e sensualità, è tenera, sexy, divertente, ironica.

Un altro che è invecchiato benissimo è Hugh Grant. C’è ancora lui, e non può mancare un in film di Bridget Jones, nei panni di Daniel Cleaver, ex capo ed ex interesse amoroso di Bridget. Non è più il seduttore del primo film, o di Quattro matrimoni e un funerale. E, per fortuna, non è voluto rimanere giovane in eterno. Quelle rughe gli donano, ed è sempre più espressivo. In ogni momento in cui Zio Daniel – lo chiamano così i bambini di Bridget a cui fa saltuariamente da baby sitter – è in scena il film si accende. Nel cast ci sono anche Leo Woodall, Emma Thompson, Renée Zellweger e Chiwetel Ejiofor. Guardate il film, pensando a com’eravamo e come siamo. E che in fondo Tinder forse è come i romanzi di Jane Austen, quando si scrivevano per mesi e poi si sposavano.

di Maurizio Ermisino

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