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Conclave: Un thriller strepitoso che viaggia dentro i segreti della Chiesa

Conclave: Un thriller strepitoso che viaggia dentro i segreti della Chiesa

“Questo è un conclave, non è una guerra”. “È una guerra e tu devi decidere da che parte stare”. È una frase che dà la temperatura di un film come Conclave, presentato alla Festa del Cinema di Roma e in uscita nelle sale il 19 dicembre. La storia è tratta un romanzo di Thomas Harris, colui che aveva immaginato un mondo come sarebbe stato se i nazisti avessero vinto la guerra. Anche qui immagina l’inimmaginabile. Quello che potrebbe succedere all’interno della Cappella Sistina durante un conclave, l’elezione di un Papa. Un conclave, come vedremo, è blindato, è segretissimo. I cardinali votano per l’elezione del Papa, ma quello che accade all’interno di quei locali non siamo dati saperlo. Così Conclave ci fa viaggiare dentro le stanze del Vaticano per capire cosa possa accadere

Conclave inizia con la morte di un Papa. Immediatamente, il decano, il cardinale preposto, comincia a muoversi per presiedere il conclave. I cardinali arriveranno da tutto il mondo, e rimarranno separati dal resto del pianeta fino a che non verrà eletto il nuovo Papa, in modo da non venir influenzati da quello che accade all’esterno. Ci sono già dei casi. Un cardinale pare fosse stato destituito dal Papa proprio prima che morisse. Un altro cardinale, un messicano arriva da Kabul, ma la sua nomina non era nota a nessuno. Ed è solo l’inizio.

Conclave è uno di quei film con un cast stellare. Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Sergio Castellitto, Isabella Rossellini. Ma è affascinante soprattutto viaggiare dentro al Vaticano, un mondo sconosciuto alla maggior parte di noi. Osservare le ricostruzioni dei luoghi, partecipare ai rituali, ai gesti precisi e ricorrenti, alla sacralità e alla minuziosità di certi gesti è molto interessante.

Conclave è un thriller psicologico senza delitti, ma con segreti, complotti, strategie. Che nel racconto si dipanano in dei notevoli colpi di scena, tutti molto riusciti, tranne forse il finale, un plot twist forse eccessivo visto quello che era il tono del racconto. È comunque un film che inchioda alla visione, un’opera dove tutto funziona, una macchina perfetta. Ovviamente quello che avviene è tutto inventato, ma in quelle invenzioni credi di trovare qualcosa che, pensando ai conclavi, hai sempre pensato che fosse esistito.

È un film che colpisce per il rosso cardinale che colora le vesti degli alti prelati, dei copricapi e di certi ambienti. Ma colpisce anche per certe inquadrature che sono dei veri e propri quadri. La Cappella Sistina, ricostruita in modo molto efficace, con la sua imponenza e la sua bellezza sembra osservare tutto dall’alto, silenziosa. E sembra un po’ compatire questi uomini che si affannano per il potere. Fate attenzione ai personaggi minori, a quelli che sembrano lì solo per essere un contorno, e che invece avranno un ruolo decisivo nella vicenda

Quella inquadratura, in cui, a un certo punto, arriva una forte luce dall’alto sembra un Caravaggio. E sembra quasi ammonire i prelati che, da lassù, qualcuno li guarda. “Seguiamo un ideale ma non possiamo essere sempre ideali” aveva detto prima uno di loro. Come a dire: solo Dio è perfetto, nessun altro può esserlo.

di Maurizio Ermisino

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