“C’è sempre un’altra via. Anche se devi perderti per trovarla”. Perdersi per trovare se stessa. È il percorso che ogni ragazza deve fare per diventare donna. Ed è questa la sfida di Vaiana, una delle eroine più amate del cinema d’animazione degli ultimi anni, che ora ritorna in Oceania 2, sequel del famoso film del 2016. Sono passati tre anni da quella storia. Vaiana e Maui, dopo tre anni, si ritrovano per un nuovo grande viaggio insieme a un gruppo di improbabili navigatori. Dopo aver ricevuto un inaspettato richiamo dai suoi antenati, Vaiana deve viaggiare verso i lontani mari dell’Oceania e in acque pericolose e dimenticate per un’avventura diversa da qualsiasi cosa abbia mai affrontato. Oceania 2 è diretto da David Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller. Le voci italiane sono Giorgia, che è Matangi, un nuovo personaggio, Emanuela Ionica, che è Vaiana nei dialoghi, Chiara Grispo, la voce di Vaiana nelle canzoni, Fabrizio Vidale, che è il semidio Maui, e Angela Finocchiaro.
Sono passati tre anni. La Vaiana che ritroviamo è diversa. È leggermente più adulta nei tratti, è vestita ovviamente in modo diverso, anche se è sempre lei. Ma è soprattutto nella consapevolezza e nella considerazione che è cambiata. È più sicura di sé, è ormai abituata a navigare senza paura. Ed è così anche negli occhi degli altri: di quel padre che non la voleva far andare, per troppo amore, e che ora le conferisce il titolo di esploratrice, e di tutto il suo popolo. Ora però deve affrontare una nuova sfida: trovare davvero quella gente simile alla sua, che cerca da sempre, per unire il suo popolo ed evitare la sua fine. Per fare questo dovrà mettere in gioco tutto quello che sa di sé e del mondo. Ma in fondo, la crescita e la vita sono questo. Mettere sempre tutto in discussione. Imparare tutto di nuovo.
Oceania 2, come il suo predecessore, continua in quel racconto che ribalta gli stereotipi delle favole e dei classici film Disney, cosa che la casa madre di Topolino, va detto, stava facendo comunque già da qualche anno prima di Oceania. Vaiana è un’eroina moderna, una ragazza dei nostri tempi. Non è la principessa che aspetta il principe azzurro per essere salvata. Il principe non lo incontra affatto. Vaiana prende da sola in mano il suo destino, e detta lei la direzione del suo viaggio. Il protagonista maschile, Maui, è tutto tranne che un principe: è un semidio, certo, ma è vanaglorioso, vanitoso, a tratti un po’ vile. E poi ci sono gli animali, i famosi “aiutanti” dei film Disney che spesso risolvono la situazione. Ecco, il maialino e il pollo di Oceania sono inutili, non servono ad altro che a farci sorridere.
Oceania e il suo seguito, allora, sono dei film molto particolari. Lo sono per le cose che abbiamo appena detto, ma anche per il tratto grafico dei personaggi, che una sua particolarità. Il fisico possente degli abitanti delle isole dell’Oceania è lo spunto per un tratto stilizzato, che crea dei personaggi in qualche modo quadrati. I fisici muscolosi, i piedi tozzi e grandi, i corpi disegnati con colori piatti, e ornati di tatuaggi. Che, nel caso di Maui, si muovono e dialogano con lui, come se fossero la voce della sua coscienza. Ricordate l’angioletto e il diavoletto sulle spalle dei personaggi dei Looney Tunes?
Quando fu concepito, il seguito di Oceania doveva essere una serie tv: erano i tempi della pandemia, tempi in cui si ragionava in questi termini. Qualcosa è rimasto di quell’idea: la storia, pur portando a una crescita di Vaiana, ha forse meno forza rispetto a quella del primo film e, in qualche modo, ne ripete spesso gli schemi. E viene anche da qui, probabilmente, la sua natura di episodio di passaggio. È una storia interlocutoria, che continua quella del primo film e, probabilmente, è fatta pensando a un possibile terzo capitolo. Lo vedremmo volentieri, perché ormai vogliamo bene a questo personaggio modernissimo, questa giovane donna coraggiosa e determinata.
di Maurizio Ermisino
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