Statistiche accessi

Tito e Vinni a tutto ritmo: dal Brasile, l’animazione è una Bossa Nova…

Tito e Vinni a tutto ritmo: dal Brasile, l’animazione è una Bossa Nova…

La storia dell’Arca di Noè viene da un testo sacro, la Bibbia. Ma negli anni, a causa della bellezza del racconto, e del fatto che ci siano gli animali, è diventata una sorta di favola per bambini, e ha dato vita a libri, filastrocche, canzoni. Tito e Vinni a tutto ritmo, un film d’animazione che arriva dal Brasile, nelle sale italiane dall’11 aprile, rilegge ancora una volta la storia dell’Arca di Noè. Ma lo fa passando per un nome storico dell’arte brasiliana. È il poeta e cantautore brasiliano Vinícius de Moraes, che aveva scritto negli anni Sessanta una raccolta di poesie per i suoi bambini, pubblicate con il titolo A arca (L’arca, o L’arca di Noè). Vinícius de Moraes e le sue poesie sono l’ispirazione questo film, adattato per lo schermo dalla figlia Susana de Moraes.

E sì, pur passando dalle poesie di de Moraes, la storia è proprio quella dell’Arca di Noè. È qui, su questa gigantesca barca, che si trovano Tito e Vinni, due ratti, che amano cantare e suonare e sognano il successo. Quanto sentono la voce di Dio che spiega a Noè che manderà un diluvio universale, e gli chiede di costruire un’arca su cui potranno entrare solo due rappresentanti di ogni specie, cercano di entrare.

La storia dell’Arca di Noè allora è reinventata, filtrata, è uno spunto per raccontare altre cose. L’amicizia tra due anime affini che non finisce mai e supera tutto. La musica che riesce a cambiare le cose, e l’artista che riesce a battere il potente con uno sberleffo, senza violenza ma mettendolo a nudo, come accade con il leone, il villain della storia. E poi c’è il messaggio ambientalista: quell’Arca alla deriva, nelle intenzioni dei registi Alois Di Leo e Sérgio Machado, rappresenta il nostro pianeta, minacciato da un’imminente catastrofe climatica, dalla scarsità di cibo e dalle guerre per il potere creare da tiranni ridicoli e crudeli. La risposta è nella tolleranza e nell’accettazione delle differenze. E nell’unione delle forze tra i più deboli, nella solidarietà.

Tito e Vinni a tutto ritmo arriva dal Brasile. È un’animazione più ingenua di quella dei grandi film americani che siamo abituati a vedere, non ha quella perfezione, eppure ha qualcosa di vitale, il tentativo di percorrere strade non battute e raccontare qualcosa delle proprie tradizioni. Tito e Vinni, infatti, sono ispirati a due personaggi storici brasiliani, il già citato Vinícius de Moraes e Tom Jobim, che insieme hanno inventato la Bossa Nova e la canzone Garota de Ipanema, che forse conoscete con il titolo The Girl From Ipanema, cantata da Frank Sinatra.

Se sono ispirati a questi due personaggi storici per la loro personalità, è anche vero che, nel tratto, i due ratti somigliano molto ai due protagonisti di Ratatouille, Remy ed Emile, uno azzurro e uno marrone. Così come il leone fa pensare allo Scar de Il Re Leone, l’elefante a Ortone e il mondo dei Chi, gli uccellini a Rio. D’altro canto presenta invece alcuni personaggi più originali, come quegli insetti alternativi per indole e stile di vita. Come il verme che, alla maniera di un rasta giamaicano, continua a ripetere “peace and love”.

Tito e Vinni a tutto ritmo riprende alcuni schemi tipici del racconto cinematografico: prima quello dei due amici che si trovano divisi, su due strade diverse, poi quello dei due amici che litigano per una ragazza; e poi, ancora, quella del popolo unito contro il tiranno, mentre da film d’avventura la storia scivola sempre più verso il musical, con un talent show che, seppur da lontano, ricorda Sing.  Da un lato, allora, questo film brasiliano sembra riprendere alcuni tratti dell’animazione americana. Dall’altro, oltre a portare avanti la cultura brasiliana, prova a illuminare il racconto con una luce diversa, meno brillante e più carica di ombre.

Nella versione italiana, tra i doppiatori ci sono la Space Family, coppia di influencer che ha dato la voce a due personaggi minori, cavandosela egregiamente. Ma nella versione italiana è anche possibile sentire nella nostra lingua una bellissima canzone che ascoltavamo da bambini, La casa di Sergio Endrigo. Sì, perché La casa era stata composta proprio da Vinícius de Moraes, con il testo italiano di Sergio Bardotti, e cantata da Endrigo. Ascoltarla in qualche modo ci fa tornare bambini.

di Maurizio Ermisino

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

Ultime News

Ti potrebbero interessare Magazine Webtic