“I’m Just Ken”, “io sono solo Ken” canta Ryan Gosling in uno dei momenti più spassosi, e allo stesso tempo intensi, di Barbie. E quella canzone la canterà ancora sul palco della notte degli Oscar, in cui potrebbe vincere la statuetta come best song. Così come lui potrebbe vincere l’Academy Award come miglior attore non protagonista, dopo aver sfiorato l’Oscar da protagonista. Come scrivevamo qualche settimana fa, su quel palco, potrebbe ritrovare Emma Stone, con cui aveva condiviso la nomination (ma l’Oscar era andato solo a lei) per La La Land. Comunque vada sarà un successo, si diceva una volta. Ed è davvero così, perché Ryan Gosling ha davvero lasciato una traccia nei cuori di tanti. E perché, nonostante quello che dice la canzone, l’attore americano non è solo Ken. I’m Not Just Ken, potrebbe cantare a gran voce.
Partiamo però dalla fine, da quel ruolo in capelli biondo platino e addominali lucidi e scolpiti che lo ha fissato nell’immaginario collettivo. Ken, ce lo aveva detto già Toy Story3, è un giocattolo per bambine, è un accessorio di Barbie. Mentre Barbie può essere chi vuole, lui è solo Ken. E, soprattutto, vive in funzione di lei. Tutto questo è stato sintetizzato ed esplicitato in una canzone diretta e potente, I’m Just Ken, un vero e proprio numero da musical in cui balla e canta. Bravissimo, ma che fosse così bravo lo sapevamo già da La La Land. Gosling domina la scena, è enfatico, ridicolo e drammatico allo stesso tempo. E non è da tutti. Struggente, e divertentissimo, il testo. “Sono solo Ken/Dove io vedo amore lei vede un amico”. Quella canzone inizia piano, con il suono di un pianoforte, ed esplode in un momento rock sinfonico. Da musical, dicevamo, ma anche da rock fm americano anni Ottanta, e poi ancora in un suono che sembra uscito da Flashdance. Anche la scena, per un attimo, si astrae dal mondo di Barbie, e diventa il palco di un musical anni Ottanta.
Fateci caso; in quel momento, in cui non siamo più né a Barbieland né nel mondo reale, è come se tutto avvenisse in una fantasia, nella mente di Ken. E questo ci fa tornare indietro, alla prima volta che abbiamo conosciuto Ryan Gosling. Il film era Stay – Nel labirinto della mente, e una curiosa storia si svolgeva tutta nella sua mente, con personaggi che si muovevano diretti dai suoi sogni, dal suo inconscio, dalle sue paure. Lui era un ragazzo in coma dopo un incidente, e doveva essere salvato. Non era il protagonista, ma a suo modo segnava indelebilmente il film. La sua carriera, di fatto, era iniziata con un altro ruolo di quelli che lasciano il segno, un neonazista nel film The Believer.
Brillante, sognatore e romantico in La La Land, comico e grottesco in Barbie, Ryan Gosling si è dimostrato capace di toccare svariati registri. Il suo registro principale, fino a quei film, è stato quello dell’uomo freddo, glaciale, silenzioso. Come l’eroe di Drive, solitario e laconico come il personaggio di un western di Sergio Leone, ma con un’auto velocissima al posto del cavallo, duro ma con un cuore d’oro. O come il protagonista di Blade Runner 2049, ancora un personaggio da western, o da noir anni Quaranta, trasportato nel futuro: un cacciatore di taglie, un cacciatore di androidi, che forse è androide lui stesso. Sono due ruoli in cui la sua mascella quadrata, gli occhi di ghiaccio, la sua statura da duro fanno parte del ruolo. Dicevano che fosse inespressivo. Ma si sono ricreduti.
Ryan Gosling, allora, non è come Ken. È come Barbie: può essere chiunque, può essere chi vuole. Eroe della commedia romantica più pura, come la deliziosa Crazy, Stupid, Love, tenero e grottesco, e disturbato, come in Lars e una ragazza tutta sua, disperato e violento come in Blue Valentine, machiavellico e shakespeariano come ne Le idi di marzo. Come un tuono non è uno dei film memorabili di Ryan, ma è stato molto importante: sul set di quel film ha incontrato Eva Mendes, con cui ha una relazione dal 2011, con due figlie, e che è ancora la sua attuale compagna. Lo vedremo presto in The Fall Guy, che è l’adattamento della serie tv anni Ottanta Professione pericolo: Gosling vestirà i panni di Colt Seavers, che in tv erano di Lee Majors, uno stuntman ormai stanco e a fine carriera, che si trova a lavorare con una giovane star, e poi a indagare sulla sua scomparsa.
Canadese, Ryan Gosling è uno di quegli artisti che ha iniziato a lavorare da bambino, nel Mickey Mouse Club, e poi in alcune serie tv, come Young Hercules. Il fatto che, nel numero I’m Just Ken Ryan Gosling sia perfettamente a suo agio non è un caso: è infatti un musicista e un cantante, fa parte del duo indie rock Dead Man’s Bones. Prima di Barbie ha interpretato alcune canzoni per i suoi film. Di queste, la più famosa è City Of Stars, da La La Land, che ha vinto il Golden Globe per la miglior canzone. Possiamo ben dirlo: Ryan Gosling non è solo Ken.
di Maurizio Ermisino
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