Dite la verità, ci avete pensato. Alla prossima notte degli Oscar, Emma Stone e Ryan Gosling saranno ancora lì, fianco a fianco, a sognare di stringere tra le mani l’agognata statuetta dorata. Magari con un altro finale. La volta scorsa i due erano entrambi candidati per il film che avevano girato insieme, La La Land: andò a finire che Emma Stone vinse come miglior attrice e Ryan Gosling no. E La La Land, dopo il premio alla miglior regia, non vinse come miglior film, dopo il pasticciaccio della busta sbagliata per cui il vincitore risultò essere Moonlight. Quest’anno entrambi sono di nuovo candidati. Ryan Gosling come attore non protagonista per Barbie (e ve lo racconteremo presto), Emma Stone come attrice protagonista per Povere creature!, un ruolo per il quale ha vinto il Golden Globe e il Critics Choice Award.
Guardando Povere creature! non si può non pensare a quanto sia cresciuta quell’attrice che avevamo conosciuto con commedie adolescenziali come Suxbad e Easy Girl, o con le classiche, più sofisticate, commedie sentimentali, come Crazy, Stupid Love, in cui recitava accanto a Ryan Gosling. C’era chi diceva che era bruttina, che aveva una bocca da ranocchia. Abbiamo sempre pensato che avesse un volto inconfondibile, speciale, con due occhi e un sorriso che non sembravano veri, ma tratteggiati da qualche disegnatore di manga, tanto erano grandi e speciali. Non a caso in un mondo a fumetti Emma Stone ci è stata benissimo, essendo stata una perfetta e sorprendente Gwen Stacy nella serie più sfortunata dei film dell’Uomo Ragno, The Amazing Spider-Man e The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro, quelli diretti da Marc Webb con Andrew Garfield. Ma è stata un fumetto anche in Crudelia, film live action nato proprio dal cartone animato La carica dei 101, in cui è riuscita a far diventare un personaggio bidimesionale – in ogni senso – come Crudelia De Mon, un’eroina sfaccettata e piena di creatività, una sorta di Vivienne Westwood nelle Londra del punk.
Non era vera, probabilmente, nemmeno la Mia Dolan di La La Land, acchiappasogni d’amore e di fama che capirà che solo un sogno si potrà realizzare. Non era vera perché, invece che un fumetto, sembrava di celluloide, uscita da un vecchio musical degli anni Cinquanta e Sessanta e capitata nel nostro mondo portando con sé quei colori e quei movimenti. Non sembrava reale per come volava leggera, con quei vestiti svolazzanti, tanto che sembrava sfidasse la forza di gravità. In La La Land Emma Stone si era dimostrata attrice vera, in grado di farci arrivare la delusione, i sogni infranti attraverso i suoi occhi liquidi fino a colpirci al cuore. E anche ballerina vera, da musical degli anni d’oro.
È anche per questo che vederla muoversi sgraziata e meccanica in Povere creature! è sorprendente, e dimostra ancora di più la grandezza di Emma Stone. Nel film di Yorgos Lanthimos Emma Stone è indelebile. Entra in scena in modo inconfondibile, seduta a un pianoforte, con le gambe e i piedi su una tastiera, scomposta, maleducata. Il suo personaggio, Bella Baxter, è una giovane donna riportata in vita da uno scienziato: ha il corpo di una donna ma il cervello di una bambina. Anche se cresce e impara in fretta, forse anche troppo. Nella prima parte del film Bella è dispettosa, capricciosa. E poi è entusiasta, affamata di vita e di esperienze. E, ancora, è rabbiosa, viscerale. È una creatura pura, è ancora ingenua e indifesa. Ma sta imparando anche a difendersi, a trovare il suo posto nel mondo.
In Povere creature! il volto così particolare di Emma Stone è segnato dalle folte sopracciglia nere che incorniciano gli occhi enormi del colore della giada. Quella di Bella è una presenza inquietante, straniante, ma bellissima, con un corpo di donna e un cervello da bambina. È un essere che spalanca gli occhi davanti alla vita, affamato di scoperta, che passa velocemente dall’innocenza all’esperienza, da zero a cento, in poco tempo. Anche scoperta del sesso avviene in maniera innocente, incontrollata, naturale, come è tuto per Bella. “Bella ha scoperto la felicità quando vuole” dice, priva di qualsiasi pudore, quando scopre l’autoerotismo. Li chiama invece “i furiosi sobbalzi” quando scopre l’amore in coppia. Bella ne parla così, senza sovrastrutture, senza sensi di colpa, senza alcuna inibizione o morale. Il fatto che sia una sorta di creatura pura permette al suo personaggio di togliere dal sesso ogni giudizio e di eliminare i tanti tabù ad esso legati.
Il lavoro di Emma Stone sul volto, con quegli occhi spalancati, quell’espressione sempre stupita, è molto interessante. Ma, come accennavamo, è anche eccezionale il lavoro fatto sul corpo. Guardate quel suo muoversi a scatti, come una sorta di bambola rotta, quel suo muoversi sgraziata, sfrenata, fuori da ogni compiacimento per gli altri, libera dal bisogno di piacere e di essere accettata. Una bambola rotta, in qualche modo, Bella lo è. Ricordiamo che è nata in laboratorio, come la creatura di Frankenstein. E allora, mentre va per il mondo, cammina con le gambe rigide, larghe, proprio come un pupazzo. Senza alcuna eleganza, perché nessuno glie l’ha insegnata. E perché a lei non interessa, è alla ricerca di altro. Bella si muove come se fosse attraversata da delle scosse elettriche. In fondo è nata così, con scariche di elettricità, proprio come il famoso mostro di Frankenstein.
Povere creature! è una storia di riscatto. Ed è proprio Emma Stone la persona più adatta per raccontarla. Da ragazza soffriva di asma e anche di attacchi di panico, una cosa che in qualche modo ha limitato la sua socialità, e che è riuscita a combattere con la terapia, ma soprattutto con il teatro, partecipando ad alcuni spettacoli. Recitare è liberarsi, è entrare nei panni degli altri e, essendo un altro, poter fare qualsiasi cosa senza essere giudicati. Che poi è quello che fa Bella Baxter in Povere creature!. Agli Oscar non si può non fare il tifo per lei.
di Maurizio Ermisino
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