SINOSSI
C’era una volta e c’è tuttora… una grande quercia, vecchia ben 210 anni, diventata pilastro e punto di riferimento per un intero microuniverso di piccoli abitanti. Qui, lo scoiattolo raccoglie le sue provviste, le formiche edificano i loro regni e il topo selvatico trova riparo dal famelico rapace. Loro e molti altri sono i teneri protagonisti di una vibrante avventura per tutta la famiglia, una emozionante ode alla vita in cui la natura racconta se stessa: la propria bellezza, le proprie sfide e le splendide giornate di sole che sempre seguono i più violenti acquazzoni.
NOTE DI REGIA
“PER MOLTI LA QUERCIA È SINONIMO DI SPERANZA NELLA VITA PER LE GENERAZIONI FUTURE”
UNA STORIA
“Considerata la regina degli alberi, la quercia simboleggia la potenza e la longevità: è l’albero più grande e maestoso delle nostre foreste dell’emisfero settentrionale. Per molti è sinonimo di speranza nella vita per le generazioni future. Una quercia centenaria e il suo ecosistema sono al centro dell’azione di questo film. Più che un essere vivente vegetale, è un habitat. Qui vivono e collaborano molte specie animali, vegetali, minerali e miceli. “La Quercia” è il luogo in cui la storia di vari personaggi si svolge attrraverso le stagioni. In questa monade vegetale, hanno tutti il proprio ruolo.
Ognuno ha il proprio spazio all’interno dell’albero: in alto, la ghiandaia, una vera custode, avverte tutti dei pericoli, ai piani bassi, lo scoiattolo è il capo indiscusso dell’albero e nel sottosuolo, i topini hanno rischiato di vedere la loro tana sommersa dalla grandinata di una violenta tempesta estiva.
Devono ritrovare tutti i membri della loro famiglia prima di fare le provviste di ghiande per l’inverno.
I balanini della quercia, minuscoli curculionidi, sono stati meno fortunati davanti a queste intemperie. Per la loro grandezza, hanno vissuto il più terribile tsunami che l’umanità abbia mai conosciuto. Altri pericoli minacciano gli abitanti della quercia, in una suspense vertiginosa degna delle storie di Hitchcock. Le risorse vitali dell’albero attirano ogni tipo di avidità. Lo spettatore diventa testimone delle straordinarie storie che si svolgono dentro e intorno alla quercia. Unitamente, la riproduzione deve avere luogo per perpetuare le specie e la biodiversità di questo ecosistema.
Risuonerà la sinfonia delle nascite, ma non senza difficoltà. La quercia offre la vita ai suoi simili, ma dipende da loro perché la sua produzione di ghiande sia prospera. La nascita di un nuovo albero è il risultato di un equilibrio fragile. La vita di una “ghianda particolare” con una “macchia rossa” è proposta come una mise en abîme del ciclo della quercia. Questa ghianda macchiata, una volta caduta dall’albero, marcirà, sarà mangiata dai cinghiali o dispersa dalle ghiandaie? O forse sarà lo scoiattolo a occuparsene… Le storie della “Quercia” illustrano uno spettacolo di selvaggia bellezza, come una lettura tu8a nuova dei segreti della nostra biodiversità, da far scoprire, conoscere e diffondere, vista la sua vicinanza e fragilità.
UNA STORIA DI INCONTRI
Cosa fanno un autore-regista naturalista appassionato e un produttore cinematografico esperto quando si incontrano? Beh, si raccontano storie! È proprio l’incontro di destini paralleli, con il desiderio di condividere la propria passione col maggior numero di persone possibile, che ha permesso la realizzazione di questo film oggi. Abbiamo entrambi una sensibilità particolare per la natura. Oltre al desiderio estetico che guida questo progetto, a unirci è essenzialmente il desiderio etico di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di salvaguardare il nostro patrimonio naturale. Il mondo sensoriale e poetico della regina degli alberi è un vettore ideale e molto vicino a noi per raccontare storie toccanti, vive e comprensibili, come tutte le grandi storie del cinema. Gli alberi, e in particolare la quercia, hanno la capacità di definire, comunicare e persino di esercitare
un’influenza in quanto simbolo. E ci sono voluti circa dieci anni per sviluppare l’idea di realizzare un progetto di questa portata. Grazie anche alla partecipazione di Michel Fessler alla scrittura della sceneggiatura e di Vincent Copéret all’elaborazione dello storyboard siamo riusciti a costruire un film ambizioso sulla Natura.
GLI ASPETTI NARRATIVI
L’idea è quella di prendere una storia documentaria e raccontarla con la competenza narrattiva e tecnica dei lungometraggi di finzione. Si potrebbe definire “narrazione naturalista cinematografica”.
Ma qualsiasi nome o genere si decida di usare per classificare questo film, l’intenzione primaria è quella di mostrare agli spettatori qualcosa che non hanno mai visto prima. L’immensa ricchezza dell’universo di questa grande pianta ci permette di raccontare storie che toccheranno i più piccoli e i più grandi. Qualunque sia l’origine o la consapevolezza ecologica, l’obiettivo è quello di lasciarsi sorprendere dall’azione, l’immagine e la storia di questa quercia. Le paure, le gioie e le relazioni interne e intraspecifiche che si intrecciano nel mondo vegetale di questa quercia vengono trasmesse al pubblico con il desiderio di immergersi nello sguardo dei nostri protagonisti. Entriamo nei panni del topolino che rischia di essere schiacciato dalle zampe del cinghiale. Facciamo acrobazie come la ghiandaia. Quasi ci bagniamo con la pioggia della tempesta… Capire la quercia attraverso le traiettorie e le sfide dei suoi abitanti, come una “finestra sul cortile” naturalista, richiede di prendere in prestito i codici moderni della regia del cinema di finzione. Oltre ai reperti delle riprese naturaliste
alla base della sceneggiatura, abbiamo utilizzato le più recenti tecnologie audiovisive (telecamere virtuali a 360 gradi, macchinari, effetti speciali, ecc.) Abbiamo anche innovato creando studi macrovideografici all’avanguardia e modificato attrezzature tecniche standard per andare alla scoperta del mondo microscopico e immergerci nel mondo degli esseri viventi.
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