Statistiche accessi

Della regista candidata all’Oscar® Maite Alberdi, arriva nelle sale italiane dal 7 dicembre The Eternal Memory

Della regista candidata all’Oscar® Maite Alberdi, arriva nelle sale italiane dal 7 dicembre The Eternal Memory

Della regista candidata all’Oscar® Maite Alberdi, arriva nelle sale italiane dal 7 dicembre The Eternal Memory, distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

The Eternal Memory racconta una commovente storia d’amore che affianca al tema della memoria, singola e collettiva, quello della longevità e della forza dei legami umani. È la storia di Augusto Góngora, giornalista, documentarista e conduttore televisivo cileno, e di sua moglie Paulina Urrutia, attrice, attivista e politica. Dopo 25 anni insieme, la loro vita è stravolta quando a lui viene diagnosticato il morbo di Alzheimer.

Vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2023, in sezione Panorama al Festival di Berlino e in anteprima nazionale all’ultima Festa del Cinema di Roma, The Eternal Memory arriva nelle sale italiane da giovedì 7 dicembre.

SINOSSI

Dopo 25 anni insieme, la vita di Augusto, ex-giornalista e commentatore televisivo, e Paulina, attrice e attivista, è stravolta quando a lui viene diagnosticato l’Alzheimer. Giorno dopo giorno, i due affrontano questa sfida a testa bassa, sostenuti dal tenero affetto e dal senso dell’umorismo che tuttora li unisce. Dalla candidata all’Oscar® Maite Alberdi, un’opera commovente e piena di dolcezza sulla fragilità della memoria e l’indissolubilità dei legami, Gran Premio della Giuria al Sundance 2023.

INTERVISTA A MAITE ALBERDI
Come ha conosciuto Augusto e Paulina e la loro storia? Cosa l’ha spinta a trasformare
la loro storia in un film?

Sono personaggi pubblici molto noti in Cile e lo sono da molti anni. Un giorno fui ingaggiata per tenere una presentazione in un’università in cui Paulina era direttrice della facoltà di teatro. Mentre
lei faceva una presentazione, notai Augusto nella stanza. A quel punto aveva già l’Alzheimer e vidi come lei lo rendeva parte del suo lavoro e della sua vita, non stava seduto a casa e basta. La accompagnava al lavoro e lei lo lasciava partecipare, interrompere, non si vergognava, anzi le piaceva averlo lì. Non avevo mai visto una persona con demenza così integrata nella vita di chi la assiste. Sembrava che fosse molto contenta di averlo lì.

È cresciuta guardando Augusto al telegiornale? È stato un reporter prolifico in Cile? Ci
parli della sua carriera e del suo impatto.

Augusto è stato un giornalista molto importante e il suo lavoro si è svolto in due momenti diversi della storia cilena. Durante la dittatura, ha svolto un ruolo importante facendo parte di Teleanalisis, un telegiornale clandestino che dava conto di ciò che succedeva nel paese quando i media tradizionali non coprivano ciò che stava accadendo. Insieme ad altri colleghi giornalisti, andava per le strade per registrare tutto ciò che succedeva e intervistare le persone e quei nastri venivano distribuiti clandestinamente a livello nazionale. Quelle immagini sono oggi il principale archivio esistente del periodo della dittatura in Cile. Ha avuto la responsabilità di generare quella che oggi è la memoria visiva di un paese, così importante per la nostra storia.
Al ritorno della democrazia, è stato responsabile di tutti i programmi culturali della principale emittente pubblica (Televisión Nacional de Chile), come conduttore, produttore e sceneggiatore.
Ha seguito due cronache, quella sulla storia del paese e quella sulla creazione artistica locale.

Conosceva già Paulina e il suo lavoro? Ci parli della sua carriera e del suo impatto in Cile.

Paulina è una nota attrice teatrale, cinematografica e televisiva. È famosa e riconosciuta anche a livello politico. È stata il primo Ministro della Cultura in Cile quando è stato creato il Ministero. La sua passione di sempre per la cultura e l’arte ha attirato la mia attenzione. È stimolante come ora si dedichi a prendersi cura del suo compagno.

Quando avete iniziato le riprese e quanto sono durate? Come sono continuate le riprese una volta che è entrato in scena il COVID 19? Come sono stati ripresi alcuni dei momenti più intimi tra i due? Quanto era numerosa la troupe? Ci parli della sua tecnica di ripresa.

Questo è il primo film che ho girato in cui mi sono commossa in ogni momento. Ho avuto la fortuna di accompagnare Augusto e Pauli con la mia videocamera per gli ultimi quattro anni. Eravamo una piccola squadra di tre persone, io, il direttore della fotografia e il tecnico del suono (che per coincidenza aveva lavorato con Augusto in diversi programmi televisivi qualche anno fa). Era nostra intenzione essere una piccola troupe. Dovevamo essere una piccola squadra perché dovevamo rispettare la loro privacy e non essere invadenti. Il direttore della fotografia aveva lavorato con Augusto nei suoi programmi televisivi, quindi si conoscevano da anni.
Nel processo di seguirli, anche Paulina ha preso la sua telecamera per registrare, catturando momenti molto intimi che non avrei mai visto e a cui non avrei avuto accesso, come le loro interazioni di notte. Inoltre, li ha ripresi durante l’apice del COVID-19, quando non era sicuro stare lì, e ha condiviso i filmati con noi. Gabriela Mistral, una grande poetessa cilena, ha detto che “solo ciò a cui prestiamo attenzione, per poter vedere la sua singolarità, ci impegna e ci porta a rispondere”. Quando Paulina prende la telecamera, ci invita a prestare attenzione e a concederci il tempo di entrare nella sua intimità: possiamo amare solo ciò a cui prestiamo attenzione. E in passato Augusto filmava sempre anche la sua vita familiare, così i materiali si incrociano e si mescolano e noi diventiamo testimoni di 25 anni di amore incondizionato. Siamo stati così fortunati non solo a filmarli, ma anche ad avere accesso ad anni di filmati che avevano girato l’uno con l’altra.

Il film mostra Augusto in alcune situazioni in cui non sembra essere molto consapevole di dove si trova e di ciò che sta accadendo intorno a lui, può parlarci di come ha ottenuto il consenso a filmare? C’era qualcosa di vietato?

È stato Augusto a convincere Paulina a fare questo film. Quando ho parlato con entrambi di un documentario, lei aveva delle domande e lui ci ha detto: “Non ho problemi a mostrare la mia fragilità, ho fatto così tanti documentari, perché non dovrei voler essere ripreso in questa situazione?” Era sempre consapevole della presenza della telecamera ed è stata una loro decisione comune quella di continuare a filmare quando noi non potevamo più farlo a causa del COVID-19.
Sono stati Paulina, i figli di Augusto e Augusto stesso a decidere di creare questa testimonianza e si sentono tutti a loro agio e sono molto orgogliosi per il risultato del film. È quasi un album dei ricordi vivente di Augusto.

Come The Mole Agent , anche The Eternal Memory tratta il tema dell’invecchiamento.
Che cosa le interessa di questo argomento?

Credo di essere interessata ad accettare la normalità del cambiamento e della vecchiaia di un corpo, a vedere la bellezza nella fragilità e a esplorare normalmente la finitezza e la morte. È il passaggio del tempo. Nessuno ci ha insegnato a invecchiare e a morire, e a me interessa osservarlo, normalizzarlo. Magari porterà conforto alle persone che lottano con questa paura. The Eternal Memory è soprattutto una storia d’amore, di come si vive l’amore nella fragilità, di come essere una coppia quando non c’è più una memoria completa. Mi è piaciuto girare questa storia perché non la vivevo dal punto di vista della perdita di qualcuno, non sentivo la perdita della memoria, ma apprezzavo e ammiravo con invidia quello che avevano, un rapporto che non ho vissuto e che non ho visto intorno a me. Un amore in cui l’importante non è quello che erano un tempo, ma quello che sono oggi e aversi l’un l’altro.

Qual è stata la parte più impegnativa nel realizzare The Eternal Memory?
Credo che la cosa più complessa sia stata l’incertezza di non sapere quanto spingersi in là con le riprese e quanto a lungo filmare, o se avremmo continuato, cosa avremmo dovuto fare durante la pandemia, ecc. Era un film di cui non sapevo con certezza quando avremmo registrato, quando avremmo terminato, come sarebbe finito o come avremmo potuto finire. E la sfida più grande è stato il montaggio, capire come questo puzzle fosse messo insieme, in che modo il montaggio potesse rappresentare anche il punto di vista di come stavamo intendendo la memoria, quanto del loro passato mostrare, come costruire la loro identità individuale e di coppia, nel passato, nel presente e nel futuro, come rappresentare una memoria infinita. Questo puzzle della memoria, in cui i pezzi si intersecano, si relazionano e si spostano da una parte all’altra senza una narrazione tradizionale, ma piuttosto sensoriale e affettiva, è stato il più difficile da realizzare.

Augusto ha parlato dell’importanza della memoria nel permettere al Cile di fare i conti con il periodo di Pinochet. In che modo il ricordo di quell’epoca ha continuato a plasmare/trasformare la società cilena?

Quest’anno ricorre il 50° anniversario del colpo di Stato di Pinochet in Cile. La storia non dimentica mai i fatti storici, viviamo in società che oggi si interessano a queste commemorazioni, che vogliono ricordare per non ripetere. Il problema è cosa succede con la verità psichica, rispetto alla verità storica. Augusto ha l’Alzheimer e ci sono alcuni eventi nella storia del suo paese, alcuni eventi dolorosi che non dimentica mai, che il suo corpo non dimentica mai, per cui il dolore persiste e spesso è difficile andare avanti con quel dolore. Si impara a convivere con il dolore nel proprio corpo e da lì si commemora. Come diceva Nietzsche: “Si marchia qualcosa col fuoco, per farla imprimere nella memoria: solo ciò che non cessa di far male, resta nella memoria”. Non può smettere di far male, quindi possiamo continuare a ricordare.
Credo che ciò che accade ad Augusto sia determinante per capire come la storia conviva con la psiche, lo dice lui stesso nel film: “È molto importante ricostituire la memoria, non per rimanere ancorati al passato, ma perché pensiamo che ricostituire la memoria sia sempre un atto con un senso del futuro. È sempre un tentativo di vedere sé stessi, di conoscere i problemi, di conoscere le nostre debolezze per poterle superare e poter affrontare generosamente il futuro.
Ci sembra importante dire che non basta che la ricostituzione della memoria sia un atto meramente razionale, non bastano le cifre o le statistiche, credo che i cileni abbiano anche bisogno di ricostituire la nostra memoria emotiva, proprio perché questi anni sono stati così duri, così traumatici, così pieni di dolore. Dobbiamo anche recuperare le nostre emozioni, assumere il dolore, elaborare i nostri duelli”.

Lei mostra spezzoni di qualche decennio fa in cui Augusto ritiene la “memoria” un’arma potente contro le forze dell’autoritarismo e del periodo di Pinochet in particolare. In che modo la memoria è uno strumento potente oggi? Ci parli della sua importanza a livello micro e macro.

Il concetto di memoria è ampio. Credo che questo film mostri ciò che rimane quando tutto è dimenticato, lo scarto. L’identità di qualcuno che non si perde mai, che fino alla fine ha un tono che lo caratterizza, che non dimentica mai certi eventi storici dolorosi e che ama anche quando sembra non ricordare. Il corpo ricorda, è un film su ciò che rimane…

Che cosa le hanno insegnato Augusto e Paulina? E come stanno ora?
Paulina dice che per evolvere come società, tutti noi dobbiamo prenderci cura di qualcuno a un certo punto della nostra vita. Ci sono alcuni che si sono presi cura troppo, altri troppo poco.
Prendersi cura non garantisce dolcezza e delicatezza, ma io qui ho visto dolcezza, amore e delicatezza. Con loro ho imparato che non esistono canoni su cosa significhi essere una coppia e non esiste un unico modo di vivere una relazione. Oggi Augusto purtroppo non sta bene, è molto diverso da quello che si vede nel film. Non riesce più a muoversi e non parla. Paulina continua a prendersi cura di lui come sempre, ha un’équipe di medici che va a casa loro per curarlo.

Cosa spera che il pubblico possa trarre da The Eternal Memory?
Vorrei che pensassimo a come integrare le persone che di solito sono isolate. Anche se malato di Alzheimer, per molto tempo Augusto se l’è cavata relativamente bene, lui e Paulina erano molto socievoli e lo sono rimasti fino all’arrivo del COVID-19. Voglio pensare a società che integrino i pazienti e chi se ne prende cura. E desidero che con questo film così com’è, il pubblico rimanga incantato nel contemplare e capire cos’è il vero amore.

Ultime News

Ti potrebbero interessare Magazine Webtic