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Ricomincio da me – al cinema dal 7 dicembre

Ricomincio da me – al cinema dal 7 dicembre

Wanted Cinema è lieta di annunciare l’arrivo in sala dal 7 dicembre della nuova commedia francese che vede protagonista Camille Cottin, Ricomincio da me. Diretta da Nathan Ambrosioni, l’amata attrice francese (Call my agent!, House of Gucci, Assassinio a Venezia) interpreta Antonia, detta Toni, una madre single di cinque figli ormai grandi che vuole rifarsi una vita.

Ricomincio da me affronta i temi della maternità e dell’adolescenza in modo completamente nuovo, raccontando la storia di una donna e il suo desiderio di seguire i suoi sogni, nonostante una famiglia complessa, non tradizionale, composta da cinque figli ormai cresciuti. Con un tono brillante, divertente e toccante al tempo stesso, il film affronta temi delicati e universali e indaga la figura di una donna poliedrica, come tutte, dalle mille anime, i mille desideri, sogni e contraddizioni, con sensibilità e autenticità. La straordinaria interpretazione di Camille Cottin rende unico e molto vivo il personaggio di Toni tra entusiasmo e introspezione, tra momenti di stanchezza e picchi di energia.

“Con Ricomincio da me volevo indagare una fase molto particolare della vita di una madre – dichiara il regista – nel quale tutto viene rimesso in discussione. In questo particolare caso, essere una single quasi sempre impegnata con cinque figli pieni di vita, costituisce una specifica condizione sociale”.

SINOSSI
Antonia, detta Toni, è una mamma single che ha cresciuto da sola i suoi cinque figli, lasciandosi alle spalle una promettente carriera musicale. A vent’anni, infatti, aveva inciso una hit di grande successo. In casa ha sempre molto da fare e solo raramente si concede una sera libera con gli amici. Finalmente i suoi ragazzi più grandi iniziano l’università e lei si chiede cosa farà quando lasceranno il nido? A quarantatré anni avrà ancora il tempo di riprendere in mano la sua vita? Intanto si iscrive a sua volta all’università.

I cinque figli della protagonista sono interpretati dai giovani attori Léa Lopez (Mathilde), Thomas Gioria (Marcus), Louise Labeque(Camille), Oscar Pauleau (Timothée) e Juliane Lepoureau (Olivia).

Ricomincio da me sarà nelle sale italiane distribuito da Wanted Cinema dal 7 dicembre

INTERVISTA AL REGISTA
NATHAN AMBROSIONI

Perché ha scelto di ritrarre Toni, una madre single di 43 anni?
Volevo indagare la mezza età. E’ una fase molto particolare in cui si mette tutto in discussione. In questo particolare caso, lo stato di madre single quasi sempre a casa (dove Toni passa la maggior parte del suo tempo) costituisce una specifica condizione sociale. Istintivamente diamo per scontato
che Toni abbia una dedizione assoluta verso i suoi figli, che costruisca tutto in loro funzione. In realtà questo film ci fa scoprire un altro lato della situazione. Toni mi interessa perché il suo status sociale la rende una vera eroina, che agisce nel mondo reale. E’ ben consapevole ormai che essere madre è, sì, meraviglioso. ma è anche una condizione con una scadenza ben precisa, ovvero quando tutti i suoi figli se ne andranno di casa. Toni non vuole arrendersi perché ha già 43 anni, desidera ripartire con la sua vita. È come un’adolescente a fine liceo: deve scegliere un percorso professionale, trovare la sua strada. Prova esattamente quella aspettativa ma si rende conto che alla sua età sarà molto più difficile. Perciò quello che attraversa è un periodo molto delicato.

Ci parla di come Camille Cottin ha interpretato Toni?
E’ un’attrice che ammiro da molto tempo. Da adolescente ero un fan della serie tv Connasse.
La sua allure mi affascinava. Poi ci sono stati Chiami il mio agente!; La ragazza di Stillwater; House of Gucci… Tutti i suoi ruoli sono rimasti impressi nella mia memoria cinematografica. Speravo potesse essere lei la mia Toni, avevo anche in mente il suo tono di voce mentre scrivevo. Ha qualcosa di molto particolare nel timbro, nel canto e nel suo modo di esprimersi. Un mix tra autorità e tenerezza, esattamente ciò di cui avevo bisogno. Cercavo di esprimere qualcosa di estremamente dolce attraverso questo ruolo: Camille rappresenta perfettamente tutto questo.

Ha un modo particolare di filmare il corpo di leggiadro di Camille Cottin nei diversi spazi che attraversa.
La sua figura risalta in ogni scena. Ha una presenza incredibile, un’aura naturale che rende tutto possibile. Fisicamente Camille Cottin dà a Toni la forza e la tensione necessarie per affrontare tutto, a cominciare dal fatto di essere una donna semplice, in linea con il suo status sociale. Avendo più di tre figli, Toni potrebbe partecipare al concorso per diventare insegnante senza passare per l’università ma il suo desiderio è proprio quello di tornare a studiare. Vuole tornare a vivere un’esperienza da studentessa.

Come mai è così affascinata dall’apprendimento e dal mondo accademico?
Toni vuole imparare e studiare, perché è qualcosa che non le è mai stato permesso dalla vita. Ha accumulato esperienza ma è ancora evidentemente assetata di conoscenza. Ha anche bisogno di costruire una sua interiorità definitiva e per questo vuole tornare ad imparare. Il percorso di apprendimento le permetterà di aprirsi al mondo intero – una metafora per la ricerca di indipendenza e libertà.

Da dove viene l’idea di rendere Toni una pop star ormai vintage?
Da diversi elementi. Mentre lavoravo allo script, mi sono imbattuto in un reportage che intervistava ex stelle della tv degli inizi degli anni 2000, dopo il loro periodo di massimo splendore. La maggior parte di loro è caduta nell’oblio. Mi piaceva l’idea di costruire Toni allo stesso modo. Questo ex status di celebrità aggiunge complessità alla mia eroina. Diventa una donna a cui in gioventù è stata assegnata una falsa immagine, che dovrà poi de-costruire.
Come lo status di madre assoluta, anche quello di celebrità può sembrare affascinante ma per Toni non è mai stato essenziale. Eppure, anche i suoi figli a loro modo hanno bisogno di questo genere di riconoscimento – Marcus attraverso i social e Mathilde attraverso la danza. Il film solleva anche il tema del trasmettere qualcosa alle nuove generazioni: come parlare ai propri figli? Trasmettere loro valori, esperienze… Come comunicare con loro?

Camille Cottin rende il personaggio di Toni con un’interpretazione tra agitazione e introspezione, tra momenti di stanchezza e picchi di energia. Perché lei la ritrae sempre in movimento?
Toni deve essere sempre in movimento nonostante la stanchezza dovuta al dover badare alla casa e ai cinque figli, cantare nei locali e partecipare ad addii al nubilato a dir poco caotici! Potrebbe essere messa fuori combattimento da tutta questa frenesia ma sceglie comunque di restare attiva.
Ogni volta che parla a telefono, fa circa 100 passi. I movimenti di Toni, d’altronde, dettano il ritmo al film, il taglio, il montaggio, la regia.Filmare il suo movimento è stato affascinante. Camminare, o andare avanti implica anche prendere decisioni: è un film in cui la protagonista fa molte scelte.

Ha scelto di mostrare una famiglia di cinque figli dall’aspetto molto eterogeneo,
perché?
Attraverso i cinque ragazzi ho voluto trasmettere tutte le sfaccettature caratteriali del mio gruppo di amici. Sono anche ispirati a studenti di scuole superiori e universitari con cui ho lavorato. Hanno desideri complessi, sogni diversi. Per Toni ciò complica le cose perché deve fare i conti con tutti questi temperamenti forti, cosa non facile dal momento che lei per prima sta cercando di ritrovare se stessa.

I giovani attori del film si sono rivelati davvero impressionanti. Si sono appropriati
della personalità dei rispettivi personaggi con una facilità sconcertante.
L’adolescenza è un favoloso terreno cinematografico, il luogo dei sogni e dei desideri. Volevo rappresentarlo in modo molto preciso; per questo motivo nel film non c’è improvvisazione tra i giovani, a parte tre piccole scene. Volevo rispettare i dialoghi, l’idea che questi fratelli abbiano un linguaggio comune e specifico, il fatto che si scambino vestiti ed espressioni idiomatiche. La credibilità di questa famiglia sta in questo, secondo me: non nella somiglianza fisica ma nel fatto che parlino tutti la stessa lingua.

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