La bellezza di Caterina Murino, madrina dell’ottantesima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, è qualcosa di raro, di prezioso. E, come ogni cosa di prezioso, va centellinata. O è preziosa proprio perché viene centellinata. Caterina Murino non è uno di quei personaggi onnipresenti, sempre in vista, che sfruttano ogni occasione per mettersi in mostra. La sua è una presenza discreta, misurata. Sarà perché, a un certo punto della sua carriera, ha iniziato a vivere e a lavorare in Francia, ed è spesso da lì che è partita alla conquista del mondo. Sarà anche il carattere. Ma Caterina Murino è un personaggio che non abbiamo sempre davanti agli occhi. Proprio per questo sarà bellissimo incontrarla di nuovo al Lido.
Capelli castani, occhi castani di una luminosità tutta particolare, il volto fiero, dai lineamenti decisi, e un sorriso dolce e coinvolgente, irresistibile, capace di far sciogliere qualunque cosa, Caterina Murino ha fatto un percorso insolito nel mondo dello spettacolo. Nata a Cagliari, nel 1977, ha partecipato al concorso di bellezza per eccellenza, Miss Italia, arrivando quinta e vincendo il titolo di Miss Deborah Italia. È stata letterina nella prima edizione di Passaparola, il quiz di Canale 5, nel 1999. Ma il suo non è stato il percorso scontato di tante bellezze. Ha studiato recitazione, alla Scuola di Cinema e Teatro di Francesca De Sapio, cominciando a fare delle piccole parti in alcune fiction e nel film Nowhere (2022) di Luis Sepulveda.
Ma la svolta della sua carriera è stata proprio la decisione di andare a vivere e lavorare a Parigi. È stata questa scelta che le ha permesso di recitare accanto a Jean Reno e Christian Clavier, ne Il bandito corso, e di essere diretta da un regista come Patrice Leconte in Les Bronzés 3 – amis pour la vie. Ma, soprattutto, è stato quello stare per un attimo lontano dai riflettori di casa nostra che, una volta tornata, ci ha probabilmente fatto cambiare il punto di vista su di lei. Molti di noi non la ricordavano da Miss Italia o da Passaparola, certo. In ogni caso, quando è tornata sotto gli spotlight dello show business è stato come incontrare una persona nuova. Italiana, ma con qualcosa di esotico. Bellissima, ma con un che di misterioso (della sua vita privata si è sempre saputo poco, a differenza della maggior parte delle star). Un che di prezioso, come dicevamo all’inizio.
E il grande rientro sulle scene di Caterina Murino è nel film Casino Royale, di Martin Campbell, del 2006, il film che ha dato il via all’importante ciclo di Daniel Craig. Caterina fa un’apparizione tutto sommato breve, ma di quelle che lasciano il segno. È Solange, la moglie infelice di un terrorista, legato a Le Chiffre, il cattivo del film. L’apparizione di Caterina Murino in Casino Royale, valorizzata dalla regia di Campbell, che sembra inserirla in un film di altri tempi, è di quelle che non si dimenticano. È alle Bahamas, sulla spiaggia, ed entra in scena in sella a un cavallo bianco, con un bikini verde acqua che mette in risalto il suo fisico, tonico e abbronzato. L’incontro con James Bond sarà breve, intenso, e interrotto bruscamente. Solange è in lingerie, in camera da letto, e sta per iniziare una notte d’amore con 007. Ma, ottenuta l’informazione che voleva, Bond la lascerà immediatamente. Sedotta e abbandonata.
Casino Royale ha dimostrato in poche sequenze il grande fascino e il grande sex appeal di Caterina Murino. Che un cineasta di casa nostra, come Pappi Corsicato, è riuscito ulteriormente a valorizzare. L’attrice è stata infatti la protagonista assoluta de Il seme della discordia, del 2008, una storia surreale su una donna che, nel giorno stesso in cui suo marito scopre di essere sterile, rimane incinta, nonostante non abbia avuto rapporti sessuali con altri uomini. In un film alla Almodovar, Corsicato riesce ad avvolgere Caterina Murino con colori vividi e con abiti attillati, che ne mettono in risalto il fisico, le forme, la bellezza. In ogni scena del film Caterina Murino buca lo schermo, è un concentrato di sensualità e di gioia. E la sua figura rimanda alle classiche bellezze italiane del cinema di un tempo. Nello stesso anno ha posato per l’edizione italiana della rivista Playboy. Ha poi recitato nei film The Garden of Eden ed Équinoxe di Laurent Carcélès e nella serie italiana Donne assassine.
E ancora, molti film francesi, e qualche piccolo film in Italia, tra cui Se son rose (2018) di Leonardo Pieraccioni, e un’apparizione con il regista cult spagnolo Álex de la Iglesia nel suo Veneciafrenia (2022). Ma, come dicevamo all’inizio, Caterina Murino ha scelto di non essere sovraesposta, di non prendere le vie più facili, più scontate. Ha fatto molto teatro, spettacoli come Dona Flor e i suoi due mariti (2012) la pièce Eyes Wide Shut, cioè Doppio sogno (2015) e 8 donne e un mistero. È un po’ che non la vediamo. E rivederla a Venezia sarà davvero speciale.
di Maurizio Ermisino
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