La grande sorpresa del film è Ezra Miller nei panni di Flash: il suo understatement, il suo humour jewish (ricordate il Seth Cohen di The O.C.? Ecco, siamo da quelle parti) portano qualche sorriso nell’universo DC che, fin qui, era stato piuttosto cupo. Scrivevamo questo, qualche anno fa, quando vi presentavamo il film Justice League. Ci sono voluti anni, ma Ezra Miller, nel frattempo salito alla ribalta per la sua vita privata, ha finalmente il suo film standalone, The Flash, al cinema dal 15 giugno. E quel sorriso, che avevamo apprezzato tanto nel non riuscito Justice League, è tornato. The Flash è finalmente un film tutto dedicato al supereroe più veloce del mondo che da bambini amavamo seguire nei fumetti e nei cartoni animati. Ma è anche un omaggio alla Justice League, ai personaggi DC e agli attori che li hanno impersonati in questi anni, un modo per dare loro un addio, visto che tutto l’universo ripartirà sotto l’egida di James Gunn, il papà dei Guardiani della Galassia. Ed è anche un modo per far entrare nel mondo DC il concetto di Multiverso, finora esplorato dalla Marvel. Ma tutto questo, ripetiamo, con un grande, continuo, divertimento.
Ma ecco la storia di The Flash. Barry Allen (Ezra Miller) usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. Superman? Aspettate e vedrete.
Sarà che eravamo bambini, ma dei fumetti di Flash ci ricordavamo che sapeva correre, veloce, velocissimo. Non ce ne occupavamo da tanto, a parte quel film sulla Justice League. Ma adesso abbiamo visto che riesce a muoversi in modo così veloce da smaterializzarsi e attraversare le superfici solide. Ma anche correre così veloce da poter tornare indietro nel tempo. È questa la prima sorpresa di The Flash, un viaggio nel tempo in cui, prima di arrivare nell’epoca in cui si intende arrivare, si resta in una sorta di limbo, di inferno dantesco a gironi, in un’arena a cerchi concentrici in cui scorrono tutti gli avvenimenti della vita passata. È un momento visivamente potente e suggestivo.
Così Barry Allen arriva nel passato e lo modifica. Ma chi è cresciuto a pane e Ritorno al futuro sa che una volta alterato il passato viene alterato anche il futuro. E così il nostro eroe cambia un dettaglio, torna nell’epoca dei suoi diciott’anni, e trova un universo alternativo, come nel 1985 alternativo nel Ritorno al futuro – Parte II. E in un universo alternativo può essere accaduto davvero di tutto. Immaginate, ad esempio, che Eric Stoltz non sia stato sostituito durante la lavorazione di Ritorno al futuro e sia considerato da tutti un perfetto Marty McFly… La teoria su cui si basa The Flash è che, una volta intervenuti in un evento passato, non solo si altera il futuro, ma anche il passato: non si crea una sola linea temporale, ma molte ramificazioni. Insomma, un groviglio, come tanti spaghetti mescolati in un piatto.
E allora ecco servita la via DC Comics al Multiverso. In The Flash accade quello che avevamo visto in Dr. Strange nel multiverso della follia, in Spider-Man: No Way Home e anche nel recente Spider-Man: Across the Spider-Verse. Ma, invece di viaggiare tra le dimensioni, il pretesto è il viaggio nel tempo. La scelta è originale, anche se, va detto, da quando nei film di questo tipo si evocano dimensioni parallele, abbiamo capito che ormai vale tutto. Quindi, sia chiaro, preparatevi a una grande sospensione dell’incredulità. Il fatto è che, essendo tutto trattato con ironia, la cosa si accetta volentieri e funziona. E l’ironia non toglie mai il senso del tragico che è presente in questa storia. Questo Multiverso in versione DC è pieno di sorprese e, se i social non hanno ancora fatto troppi spoiler, non ve le vogliamo svelare. Ti aspetti di ritrovare Batman? Ci sarà, però… Stai andando alla ricerca di Superman? Forse… E così via. La cosa bella è che in The Flash si ricrea una Justice League alternativa, forse improbabile, forse raccogliticcia, ma affiatata ed efficace.
La Justice League come l’abbiamo conosciuta in questi anni, probabilmente, finisce qui. A meno che nei nuovi film della DC Comics, ad opera di James Gunn, non ci sia un altro Multiverso e non tornino per dei camei. I nuovi supereroi saranno ripresi da giovani. E allora questo The Flash è l’occasione per vedere ancora una volta Ben Affleck nei panni di Batman e Gal Gadot in quelli di Wonder Woman. E non solo loro… Ed è soprattutto l’occasione di vedere Ezra Miller in un ruolo “doppio”, dove può far valere tutta la sua espressività, la sua frenesia, la sua follia.
Vedendo The Flash abbiamo capito una cosa: il Multiverso esiste già, ed è il mondo del cinema. Eroi come Superman, Batman – e nell’altra squadra, Spider-man – hanno avuto tante vite, tante incarnazioni, tanti volti. Il personaggio resta, la maschera anche. Cambiano gli attori, come cambiamo noi e le nostre vite. Ma, anche se arrivano le nuove leve, chi è stato Superman lo sarà per sempre, chi è stato Batman lo sarà per sempre. Il cinema è proprio questo, fissa icone e immaginari collettivi dentro di noi, e così tutto di sedimenta. E anche se arrivano eroi dal nuovo volto, quelli vecchi non se ne vanno. E vecchi e nuovi coesistono insieme. Anche se non ce ne rendevamo conto, grazie al cinema viviamo già da anni nel Multiverso. The Flash ce lo ha solo ricordato.
di Maurizio Ermisino
Questo slideshow richiede JavaScript.