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Jeanne du Barry, Maïwenn alla corte di re Johnny Depp

Jeanne du Barry, Maïwenn alla corte di re Johnny Depp

Film di apertura della 76esima edizione del Festival di Cannes, Jeanne du Barry è uno dei titoli più attesi dell’anno. Diretto da Maïwenn, attrice e regista habituè della Croisette, il film è un biopic storico su Marie-Jeanne Bécu, divenuta poi contessa du Barry, ultima cortigiana del trono di Luigi XV. Ambientato nel XVIII secolo, è il racconto della scalata sociale di questa popolana fascinosa e arrivista che ruba il cuore del sovrano creando scandalo a corte.

Nei panni della protagonista troviamo la stessa regista, mentre in quelli di Luigi XV nientemeno che Johnny Depp, al ritorno sul grande schermo dopo le note vicende processuali che lo hanno visto coinvolto negli ultimi anni. “Credevo che qualcuno avesse fatto un terribile errore, tanto che ho anche chiesto a Maïwenn se non preferisse un attore francese”, ha raccontato l’ex Jack Sparrow in occasione della premiére del film al festival. “È stata coraggiosa perché ha scelto un buzzurro del Kentucky per interpretare Re Luigi XV. Io ero un po’ intimorito, non volevo appropriarmi di una cultura che non era la mia, ma sono felice che lei abbia insistito. E devo dire che ha avuto molta pazienza con me“.

Una pazienza figlia di un intento autoriale ben chiaro. “Volevo restare fedele alla mia visione e questo non richiedeva necessariamente un attore francese”, ha infatti sottolineato la regista. “Quando ho parlato con Johnny, mi sono resa conto che conosceva Luigi XV meglio di me. In fondo per lui la Francia è casa, è stato qui per vent’anni, ama questo paese, l’arte, la musica, quindi non potevo che scegliere lui“.

La figura di Madame du Barry è stata nella testa di Maïwenn per ben 17 anni, da quando vide Marie Antoinette di Sofia Coppola e rimase affascinata dal personaggio, in quel caso interpretato da Asia Argento. E così ha fatto ricerche, ha studiato, si è appassionata ancora di più ed è riuscita a portarla sullo schermo nel primo film in costume della sua carriera. Una pellicola – termine per una volta non usato impropriamente nell’epoca del digitale, dato che Maïwenn ha girato in 35 mm – ambientata sì nel passato ma ricca di riflessioni contemporanee. Con uno spirito pop e tonalità da commedia, la regista degli acclamati Polisse (2011) e Mon Roi (2015), arrivata al suo sesto lungometraggio, dietro la storia di questa giovane della classe operaia affamata di cultura e piacere che usa il suo fascino e la sua intelligenza per diventare la favorita del re, cela infatti un racconto di emancipazione femminile, il ritratto di una donna anticonformista che ha precorso i tempi e che ha mandato in subbuglio un sistema fortemente patriarcale con il suo piglio, la sua vitalità, la sua sfrontatezza e i suoi atteggiamenti fuori dagli schemi reali. Un personaggio, incorniciato nella scenografia sontuosa di una Versailles mai così affascinante e sgargiante sul grande schermo, che Maïwenn ha tra l’altro deciso di tratteggiare in modo ancora più marcato grazie ad un lavoro accuratissimo sui costumi. La regista si è infatti affidata a Chanel per la scelta di alcuni capi da utilizzare nel film, attingendo agli archivi delle collezioni Haute Couture immaginate da Karl Lagerfeld. “Non volevo farmi risucchiare dall’epoca – ha precisato l’autrice – ma volevo cercare la mia identità, lasciare che la mia personalità emergesse da questo racconto”.

Forte di un budget di 20 milioni di euro, il film è stato girato tra Parigi e Versailles, e accanto alla regista e a Depp, che recita eccezionalmente in lingua francese, presenta un cast di grandi volti d’Oltralpe, che va da Melvil Poupaud a Pierre Richard fino a Benjamin Lavernhe. In Italia il film, che sulla Croisette ha diviso la critica, sarà distribuito da Notorious Pictures.

di Antonio Valerio Spera

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