Chi lo avrebbe mai detto, dopo averlo visto la prima volta, che quel pulcino bagnato sarebbe diventato una delle rockstar più carismatiche del pianeta? Ricordo ancora la prima volta che ho visto Chris Martin. Era su Brand New, un programma di Mtv, che per la prima volta trasmetteva il video di una nuova band inglese, i Coldplay. Era il 2000. Il brano era Yellow, e nel video si vede Chris Martin, un ragazzino impacciato, i capelli corti ma un po’ più lunghi di come li porta oggi, bagnati e appiccicati alla fronte, passeggiare su una spiaggia e cantare guardando in macchina. “Look at the stars, look how they shine for you, and everything you do, yeah they were all yellow”. Poi, proprio come dice nel ritornello di quella canzone, quella pelle e quelle ossa si sono trasformate in qualcosa di bellissimo. Almeno, questo è quello che pensano le sue fan.
In ogni caso, Chris Martin è l’anti rockstar per eccellenza. Figlio di un insegnante e di un ragioniere, e bisnipote di tale William Willet, l’inventore dell’era legale, Chris è sempre stato bravo a scuola e, a dispetto della punk attitude che vuole la rockstar autodidatta, ha studiato piano fin da bambino. Deve molto a Thom Yorke e ai suoi Radiohead, citati apertamente come fonte di ispirazione. Che si ferma però soprattutto ai primi due dischi. Dopo i quali la sua musica ha svoltato verso soluzioni più ritmiche e muscolari. L’incontro con Brian Eno, uno che, parecchi anni fa, fece svoltare prima la carriera di Bowie e poi quella degli U2, che ha prodotto il disco Viva La Vida Or Death And All His Friend, ha portato i suoi Coldplay verso un suono più potente, epico, da stadio. E Martin ha sembrato seguire anche fisicamente una metamorfosi, da ragazzino gracile a uomo dalle spalle larghe, capace di portare sulle sue spalle il peso di una band dal successo mondiale, e di intrattenere migliaia di persone a serata.
In comune con Bono e i suoi U2 Chris Martin non ha solo Brian Eno. Ma anche la passione per le cause sociali. Lo dimostrano il suo grande impegno per la campagna Make Trade Fair di Oxfam, e la sua famiglia è sostenitrice dell’Unicef. Nel 2004 ha partecipato a Band Aid 20, cantando Do They Know It’s Christmas. Eppure, anche sul palco non ha la sfrontatezza o la spavalderia di un Bono. Ha modi gentili. Quando si muove sul palco saltella in modo un po’ infantile. Spesso di nasconde dietro il suo pianoforte come se volesse celare il suo ego, e lasciare spazio agli altri tre componenti della band, dove, a differenza di altre, non c’è nessun’altra grande personalità. Così, spesso lo spazio al centro del palco resta vuoto. Eppure è un vuoto che non si sente, Chris Martin riesce a non farlo sentire tale neanche da posizione defilata. Ama molto la musica anni Ottanta e il synth pop, e gruppi come gli A-ha (lo sappiamo da una playlist che ha compilato anni fa per Rolling Stone). E, dopo la consacrazione a status di rockstar mondiale, e il boom di Viva La Vida, con i Coldplay ha realizzato prima un disco carico di sintetizzatori, come Mylo Xyloto, e poi un disco intimista come Ghost Stories, che in parte riprende alcune atmosfere degli esordi. Adesso, con i Coldplay, sta lavorando al loro settimo disco, A Head Full Of Dreams. Una testa piena di sogni. Com’è la sua.
Quando si sia trasformato da pulcino bagnato a principe azzurro non ce lo ricordiamo direttamente. Sta di fatto che a un certo punto la sua vita sembrava davvero una fiaba: l’amore e il matrimonio con la “principessa” Gwyneth Paltrow, sposata nel 2003, da cui ha avuto due figli, Apple e Moses. La vita però non è una favola, e i due si sono lasciati. Di recente è salito agli onori del gossip per la relazione tira e molla con Jennifer Lawrence, la protagonista della saga di Hunger Games (a cui i Coldplay hanno partecipato alla colonna sonora del secondo capitolo). Che parrebbe essere già finita. Non finirà l’arte di Chris Martin, in ogni caso. Guardatelo nel video di A Sky Full Of Stars, quando gira per il centro di una città in pieno giorno, cantando con chitarra e altri strumenti addosso, come un menestrello, un one man band di altri tempi. Il suo sorriso smagliante, il suo sguardo, i suoi occhi blu sempre accesi, sono quelli di un bambino. O quelli del ragazzino bagnato che cantava Yellow su una spiaggia all’alba.
di Maurizio Ermisino per DailyMood.it
Photo: Pagina Facebook Coldplay & Pinterest